Rifiuti, Regione chiede chiarimenti al Comune E Ipi e Oikos valutano azioni contro la proroga

La proroga urgente del contratto di raccolta dei rifiuti continua a fare discutere. E in mezzo ci finiscono anche i tecnici della Regione, tirati in ballo dal Comune di Catania per via del parere da concedere sul nuovo piano di intervento che dovrà regolare la nettezza urbana nel territorio etneo. A dieci giorni dalla scadenza del vecchio accordo quinquennale con il consorzio formato dalle ditte Ipi e Oikos – entrambe destinatarie di interdittive antimafia – l’affaire spazzatura resta al centro dell’agenda cittadina. Se per stasera è fissato a CittàInsieme un appuntamento per discutere del piano di intervento elaborato sotto la giunta guidata da Enzo Bianco, gli uffici regionali lo hanno già valutato e trovato incompleto. Per i tecnici di Palazzo d’Orleans mancano due cose su tutte: la delibera di approvazione del consiglio comunale e il capitolato oneri, con il relativo quadro economico.

Ma non solo. Sono otto i punti rispetto ai quali da Palermo si chiedono integrazioni. E non si tratta di rilievi di poco conto: dalla localizzazione degli ecopunti di raccolta alla mancata spiegazione del costo complessivo del servizio di nettezza urbana sostenuto al momento dal Comune. Passando per il prospetto delle «attuali piattaforme di conferimento dei rifiuti differenziati e non», la planimetria delle zone cittadine in cui dovrà essere effettuato il servizio, i dati sul personale impiegato e le previsioni su quello da impiegare. Integrazioni di cui la Regione ha bisogno per formulare il proprio parere. Il Comune, però, non le avrebbe inviate. Anche perché si è ben lontani da uno dei passaggi propedeutici all’approvazione regionale: il voto del consiglio comunale.

Il contratto di servizio, però, nel frattempo è stato prorogato per altri quattro mesi. La scadenza è fissata a giugno 2016 e per quella data l’amministrazione afferma di essere in grado di produrre tutta la documentazione necessaria al bando e di far partire la gara d’appalto. La decisione è stata presa all’unanimità da sindaco e assessori, senza consultare – come legge prevede – le ditte interessate. Che si sono viste piovere sulla testa la tegola di un rinnovo che non avevano chiesto. E che si traduce anche nel rinnovo dei commissari straordinari nominati dal prefetto di Catania Maria Guia FedericoI cui stipendi pesano sulle casse aziendali. I tre professionisti sono stati nominati dopo l’arrivo del provvedimento interdittivo per le presunte infiltrazioni della mafia. Un documento rispetto al quale la Oikos – di proprietà di Mimmo Protosotto accusa nel processo palermitano Terra mia – ha incassato l’accoglimento di un ricorso da parte del Consiglio di giustizia amministrativa. Che ha chiesto al Tar ulteriori verifiche.

Adesso è proprio la ditta che gestisce le discariche di contrada Tiritì e Valanghe d’inverno che starebbe pensando alla possibilità di impugnare la proroga contrattuale stabilita da Palazzo degli elefanti. E che, secondo i vertici aziendali, sarebbe un danno per le casse della società. Stesso percorso che sembrerebbe volere intraprendere la Ipi che, nei giorni scorsi, ha chiesto ufficialmente chiarimenti al Comune di Catania e alla prefettura, in una lettera inoltrata anche all’Autorità nazionale anticorruzione presieduta da Raffaele Cantone. L’impresa romana chiede tutti gli atti che «giustificherebbero la sussistenza di difficoltà tecnico operative, nonché problematiche di carattere giuridico, che hanno impedito di procedere, entro i termini di scadenza contrattuale, alla indizione di una nuova gara per l’affidamento dei servizi di igiene urbana e ambientale dello stesso Comune».


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