Rifiuti, l’assessore al confronto con la città D’Agata: «In tre mesi pronto nuovo bando»

La stanza di via Siena era affollatissima, a dimostrazione di quanto il tema della raccolta dei rifiuti sia sentito dai catanesi. Ieri sera il pubblico che ha partecipato all’incontro di CittàInsieme era preparatissimo: c’era chi s’era segnato le domande su un foglio di carta, chi ascoltava prendendo appunti e chi con un certo scetticismo. C’era anche chi all’indirizzo dell’assessore all’Ecologia Rosario D’Agata, ospite principale dell’appuntamento, voleva fare solo una domanda: «Mi hanno tolto i cassonetti da sotto casa, ma ancora nella mia zona non è cominciato il porta a porta. La spazzatura dove la butto?». Un quesito niente affatto spicciolo – e lamentato da decine di residenti delle aree cittadine in cui è cominciato l’esperimento – arrivato a margine di una discussione in cui a farla da padrone c’è stato il nuovo piano d’intervento e il successivo bando per la nettezza urbana di Catania. «Sarà pronto entro tre, quattro mesi», annuncia D’Agata.

Le promesse, però, vengono accolte con freddezza. Perché, anche se il bando sarà pronto entro giugno, rimarrà ancora da fare la gara d’appalto. E i tempi tecnici necessari potrebbero portare a una seconda proroga per il consorzio d’imprese Ipi-Oikos, il cui contratto è scaduto lo scorso 19 febbraio, salvo essere prontamente prolungato per altri quattro mesi. Il piano degli interventi cittadini in materia di rifiuti, intanto, è stato inviato alla Regione Sicilia. E da Palermo gli uffici hanno risposto con un elenco di otto integrazioni necessarie affinché i tecnici forniscano il proprio parere sul documento comunale. «Abbiamo già cominciato a produrre quella documentazione», risponde l’assessore. Tra le carte richieste dagli esperti regionali, c’è anche l’approvazione del piano da parte del consiglio comunale. Entro due giorni, dice D’Agata, il materiale sarà depositato a Palazzo degli elefanti. Pronto per essere inviato alla revisione delle commissioni consiliari permanenti, che dovranno valutarlo, proporre eventuali variazioni e poi portarlo in aula per la votazione.

Il cronoprogramma, però, non prevede solo il passaggio tra gli scranni dei consiglieri. Il 14 marzo dovrebbe riunirsi il consiglio d’amministrazione della Srr, la società che prenderà il posto della Ato nell’organizzazione del servizio di raccolta dei rifiuti. La riunione che avrà luogo tra due settimane dovrà servire ad approvare la proposta comunale e a far procedere l’iter dell’appalto. Che dovrà passare prima al vaglio dell’avvocatura comunale e poi sotto la lente d’ingrandimento dell’Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione. Un processo lungo e articolato, per completare il quale «a Siracusa ci sono voluti quasi tre anni. Un anno per la pubblicazione del bando e gli altri per aggiudicare la gara – spiega Danilo Pulvirenti, di Rifiuti zero Sicilia – Hanno cominciato a lavorarci nel 2013 e ancora sono in attesa che la nuova ditta venga definita. Il Comune di Catania pensa di metterci solo tre mesi là dove altre amministrazioni ci hanno messo il quadruplo del tempo?». «Faremo del nostro meglio», risponde Rosario D’Agata.

Ma questa rassicurazione sembra non bastare. «La nostra presenza significa che non abbiamo il vangelo – continua l’assessore – Non è mai troppo tardi per i suggerimenti». E in via Siena piovono: «Il Comune direttamente si occupi del servizio», dicono in molti. Opzione che, in base alle normative della Regione Sicilia, non sarebbe praticabile. Il capitolo più corposo dell’assemblea di CittàInsieme, a ogni modo, è quello che raccoglie le critiche al piano di intervento in attesa di approvazione. «Non c’è la divisione per municipalità – comincia Pulvirenti – Non si parla della pescheria, del mercato di piazza Carlo Alberto, della zona industriale, non vengono definiti i centri comunali di raccolta e non è chiaro quali saranno gli impianti in cui sarà portata la spazzatura dei catanesi». Un appunto dietro l’altro, ai quali segue una frecciatina: «Avremmo potuto essere d’aiuto se fossimo stati coinvolti. Ma escluderci è stata una scelta politica», attacca l’attivista. «Si consideri invitato», replica Rosario D’Agata.


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