Bidiel, il nuovo disco della band catanese Dal Sanremo 2012 alla «rinascita di oggi»

Hanno smosso il pubblico di tutte le età, dalle signore impellicciate che dondolavano la testa a destra e sinistra al moderatore dell’incontro, il giornalista Giuseppe Attardi, che tra un intervento e l’altro batteva il piede a tempo di Bidiel. Il trio siciliano formato da Brando Madonia, Luca Caruso e Davide Toscano ha cantato dal vivo, alla Feltrinelli di Catania, alcuni brani del nuovo album Senza dire una parola, che sarà disponibile dall’11 marzo. La band, che si era fatta conoscere dal grande pubblico con il brano Sono un errore cantato sul palco di Sanremo nel 2012, torna dopo quattro anni di lontananza dalla scena musicale. Periodo durante il quale sono successe molte cose. A cominciare dal cambio di management. «Quello precedente non era in linea con il modo di pensare della band», spiegano i ragazzi, che sono passati alla Viceversa records che «ringraziamo per aver creduto nel nostro progetto e nel nostro disco».

Ma chi sono questi Bidiel che hanno così tanto fascino sulle nuove generazioni da tenere incollate alla sedia in prima le fan più sfegatate anche dopo la fine del concerto? «Prima della musica facevo una serie di cose molto male – scherza il batterista Luca Caruso, che porta al collo una conchiglia dell’isola di Ponza per avere il mare almeno a portata d’orecchio, riferendosi ai suoi studi in Ingegneria gestionale a Bologna – penso che una cosa o la fai bene o non lo fai e quindi faccio solo il musicista». Davide Toscano, bassista del gruppo che oggi è accompagnato da una fan speciale, la fidanzata Olga, grazie al padre musicista è entrato fin da piccolo in questo mondo. «A 11 anni ho scoperto il basso e non l’ho lasciato più», racconta Davide, che studia musicoterapia. 

Anche a Brando Madonia, voce e chitarra del gruppo, la musica scorre nelle vene, essendo il figlio del cantautore Luca Madonia. «Ho cominciato col pianoforte, a 15 anni ho preso la chitarra e a 17 ho incontrato Luca e Davide, con cui mi sono trovato benissimo». Brando è anche laureato al Dams di Roma, indirizzo Cinema, ma dopo gli studi ha deciso di dedicarsi interamente al gruppo. Essere figlio d’arte non è un problema per lui che anzi si confronta con il papà che mai invade il campo della creatività. «Mio padre non mi ha mai detto “Suona”. Anzi forse sperava che facessi altro nella vita perché sa come funziona con la musica». È curioso quando esce un pezzo nuovo, ma non si intromette nelle scelte musicali del figlio. «È un ascoltatore esterno», conclude Brando, a cui il papà ha scattato durante l’esibizione tante fotografie.

Si riparte, quindi, in una nuova veste e con nuova grinta. «Per noi è una sorta di rinascita – spiega il gruppo – nel nuovo album, in cui ogni brano è lasciato alla libera interpretazione dell’ascoltatore, abbiamo lavorato sulla scelta dei suoni e siamo contenti del risultato». Un mix di rock e pezzi cantautorali e diverse collaborazioni, tra cui quella con il cantante Colapesce, che Madonia racconta di aver scoperto per caso, appassionandosene subito. «È stato un risultato importante collaborare con un artista che stimo».

Nessuna definizione per il genere musicale della band a cui «non piace giudicare un artista dall’etichetta ma dal prodotto». I Bidiel, nome nato dalle inziali dei componenti del gruppo, sanno bene che oggi è difficile vivere solo di musica. «È complicato, ma non è impossibile – dicono – ci vogliono costanza e un pizzico di fortuna». Ma sono comunque pronti a lanciarsi nel nuovo tour, che partirà ad aprile. «Faremo sicuramente un giro della Sicilia – anticipa Luca – Terremo tutti aggiornati sulla nostra pagina Facebook, come sempre». 

E, giurano i ragazzi, si impegneranno per non far passare altri tre anni per il prossimo lavoro. Anche perché non possono deludere le fan, che conoscono a memoria i loro testi. «Quando cantano le tue canzoni fa impressione, è bellissimo – commenta Brando. Dobbiamo ringraziare chi ci ascolta e apprezza quello che facciamo». E sigillano sulle pagine di MeridioNews una promessa ufficiale: non dimenticheranno mai i fan, perché sono loro che supportano gli artisti. «Promettiamo», dicono in coro. «Bisogna sempre pensare da fan e da ascoltatore piuttosto che da musicista – conclude Luca – è bello avere un contatto con loro, che ci conoscono forse meglio di quanto ci conosciamo noi». 


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