Porto, stalli di bike sharing diventano parcheggi «Catania sarà come Milano. Stiamo lavorando»

Quattro ciclo-stazioni e due punti di ricarica per auto elettriche sparsi per la città. È questo quanto previsto dal programma di bike sharing di Catania che, annunciato come imminente nel mese di dicembre 2014, oggi non è ancora operativo. Nell’attesa però gli stalli all’ingresso del porto di Catania vengono sfruttati dai catanesi come parcheggio all’aperto. Mentre i pannelli fotovoltaici dell’azienda che si è aggiudicata il progetto – la Photo voltaic electric vehicle di Frosinone – in piazza Borsellino vengono utilizzati dai viaggiatori per ripararsi del sole o dalla pioggia. Di biciclette da noleggiare, intanto, non se ne vedono in nessuno dei due presunti snodi della mobilità green del futuro etneo. 

Secondo il commissario straordinario per l’Autorità portuale Cosimo Indaco – che non commenta la riciclata destinazione parcheggio degli stalli – l’attivazione del servizio dipenderebbe dalla scarsità dei mezzi. «Al momento possediamo soltanto 20 biciclette e, mi sembra chiaro, non è un numero sufficiente per un buon bike sharing», dice il numero uno del Porto di Catania. Che aggiunge: «Venerdì scorso abbiamo avuto un incontro con il presidente dell’Amt, Carlo Lungaro e – continua Indaco – a giorni avremo un incontro tecnico con l’azienda per fare il punto della questione». Riunione in seguito alla quale i tempi del bike sharing non dovrebbe allungarsi di molto, nonostante Indaco non fornisca date. 

L’Amt è parte interessata nel progetto di bike sharing poiché conserva nei suoi depositi 130 biciclette donate al Comune di Catania dall’ateneo etneo e, grazie a un accordo tra l’amministrazione e l’Autorità portuale, dovrebbe gestire l’intero servizio. Il progetto ha avuto un costo di circa 260mila euro, prevedendo la realizzazione di cinque colonne di ricarica. Quattro di queste, formate da otto posti, si trovano in piazza Borsellino – dove dovrà sorgere il futuro parcheggio scambiatore della partecipata comunale dei trasporti -, davanti alla Vecchia Dogana, alla spiaggia libera numero 1 della Playa e al molo di arrivo delle navi da crociera. E proprio l’impianto etneo dovrebbe essere uno dei più all’avanguardia d’Italia, dotato com’è di videosorveglianza – non ancora allacciata – e di Gps antifurto su ogni bicicletta. 

«Ci stiamo organizzando per fare presto», spiega il presidente Amt Lungaro. I cui rallentamenti sull’attivazione del servizio imputa alla «necessità di fare un lavoro come si deve, senza improvvisazioni», continua. Motivo per cui «copieremo dalla città che hanno fatto meglio di noi, Catania sarà come Milano», aggiunge. Nonostante siano ancora molti i nodi da definire «dall’organizzazione generale al percorso bike, passando per la definizione delle officine che si occuperanno delle eventuali riparazioni dei mezzi». Ma l’attesa per Lungaro varrà il risultato perché dice: «Sono certo che con il bike sharing a Catania migliorerà non solo la mobilità ma tutto». 


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