Paternò, lavoratori Ipab protestano su tetto Non ricevono i loro stipendi da trenta mesi

Disperazione e rabbia regnano sovrane nella vita del personale dell’Ipab Salvatore Bellia di Paternò. Sono in prevalenza donne a essere occupate nella struttura per l’assistenza dei bisognosi, e devono percepire 30 mensilità arretrate, per un valore complessivo di 900mila euro. I dipendenti della casa di ospitalità hanno trasformato l’assemblea sindacale in programma stamattina in una protesta per chiedere il rispetto dei loro diritti. L’assemblea ha ben presto assunto i connotati di una manifestazione in cui si sono toccati momenti di tensione. Dapprima i manifestanti hanno tentato di bloccare il traffico lungo in via Emanuele Bellia dinanzi la sede dell’Ipab ma, successivamente all’arrivo dei carabinieri, una decina di loro sono saliti sul tetto della struttura. Dove un militare li ha raggiunti per convincerli a scendere. 

Presenti durante il sit-in di protesta, con l’obiettivo di tenere a freno la disperazione e la rabbia del personale, Maria Luisa Grasso e Carmelo Distefano della Cgil, Roberto Prestigiacomo e Vito Palumbo della Uil, Angelo Corsaro della Cisl. Presente anche la presidente del consiglio comunale Laura Bottino che ha portato ai manifestanti la solidarietà dell’intero consiglio, rassicurando sul massimo impegno dell’assise civica riguardo a «un problema che ha gettato nelle disperazione diverse famiglie di Paternò». Per Prestigiacomo della Uil, il disagio dei dipendenti della casa di ospitalità «è stato creato dalla Regione Siciliana in quanto non c’è, fino ad oggi, una legge chiara su queste istituzioni. Più volte abbiamo fatto richiesta di incontro coi vertici dell’Ipab ma nessuno fino ad ora ci ha dato una risposta – continua la sindacalista – A questo punto vogliamo vedere i bilanci dell’ente. La Regione deve, a nostro avviso, nominare un commissariato considerato che il presidente Enzo Spartà si è dimesso».

Il collega del sindacato Vito Palumbo evidenzia il dramma di diverse famiglie in quanto «sono monoreddito e dipendono da questi stipendi. Provate solo a immaginare il dramma che il dipendente e la sua famiglia stanno vivendo da mesi». Maria Luisa Grasso e Carmelo Distefano della Cgil spiegano che «nonostante non percepiscono da mesi lo stipendio, i dipendenti dell’Ipab hanno svolto e continuano a svolgere il proprio lavoro con professionalità e con notevole sacrificio. Inoltre subiscono anche il peso dell’organizzazione del lavoro, costretti a subire turni di lavoro massacranti». 

Maria Luisa Grasso per risolvere il problema avanza una proposta: «Il Comune di Paternò potrebbe assorbire sia l’ingente patrimonio immobiliare dell’Ipab sia quello professionale dei dipendenti, in modo tale da utilizzare il personale per attivare dei servizi sociali più adeguati alle reali esigenze dell’utenza». Il vicepresidente del Bellia, Alfredo Corsaro, dopo aver espresso solidarietà ai lavoratori e lodato la loro incessante opera al servizio degli assistiti, annuncia che entro marzo sarà saldata una mensilità arretrata. Solo dopo le 13 la protesta è rientrata, e i manifestati alla spicciolata sono scesi dal tetto.


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