Canile Nova entra, parti offese per imputazione La struttura «degli orrori» sequestrata nel 2014

Oltre due ore di discussione per sostenere la richiesta d’imputazione coatta nella vicenda che riguarda il canile Nova Entra di Catania. A parlare, durante l’ultima udienza in fase preliminare, è stata l’avvocata Tania Cipolla, che cura la posizione dell’associazione L’altra zampa, che in questa vicenda occupa il ruolo di parte offesa. La storia è quella che riguarda il cosiddetto «canile degli orrori» nel quartiere di San Giovanni Galermo, finito al centro della cronaca per un sequestro avvenuto nel 2014.  Gli animali, secondo la ricostruzione di una task force guidata dai veterinari del ministero della Salute che dispose i sigilli, sarebbero stati tenuti in spazi angusti e in stato di denutrizione. A gestirlo Mario Bongiorno, veterinario e titolare di Nova Entra. L’associazione che aveva in appalto dal Comune etneo il canile comunale dopo aver vinto – da unica candidata – la gara d’appalto per il triennio 2012-2014, del valore di quasi due milioni e mezzo di euro.

Dopo alcuni mesi di approfondimenti si arrivò al dissequestro della struttura e alla riapertura in regime ridotto. La lista degli imputati comprende 16 persone. Tra di loro ci sono quattro funzionari di Palazzo degli elefanti tra cui Rosario Puglisi, ex dirigente che all’epoca dei fatti si occupava di ecologia, ambiente e randagismo. Con lui anche due funzionari dell’Asp: Salvatore Rubino e Carmelo Magrì. Insieme all’Altra zampa tra le parti offese ci sono la Lega del cane e il Partito animalista europeo. Tutti concordi nell’opporsi alla richiesta di archiviazione avanzata dalla procura di Catania. Le magistrate Assunta Musella e Alessia Minicò, assenti durante l’ultima udienza, sostengono che il procedimento debba essere chiuso in udienza preliminare senza andare in dibattimento. 

Per l’accusa, si legge nella richiesta presentata alla giudice per l’indagine preliminare Gaetana Bernabò Distefano, «le condizioni di iperaffollamento non sono sicuramente ascrivibili al Bongiorno, il quale ha prodotto missive con le quali rappresenta al Comune tale situazione evidenziando le difficoltà della gestione del servizio e l’impossibilità di gestire le continue emergenze, a fronte delle quali l’ente pubblico si limitava a prospettare la denuncia per interruzione di pubblico servizio». Considerazioni messe nero su bianco dopo la relazione di un perito proveniente da Pisa. Esperto che però per le parti offese non è «la persona che possiede la competenza professionale necessaria a valutare lo stato generale di salute degli animali», essendo un ingegnere. 


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