Ordine e disordine

Sono di destra, ora lo so. La conversione mi folgora all’improvviso: non sulla via di Damasco drappi rossi profumi orientali dannunziana aria accesa, ma al chiuso di una stanza carta da parati odore di caffè gatesiano monitor acceso: ci si converte sempre al peggio, col peggio. Ho sistemato casa, impedito slavine cartacee da everest di libri, dissepolto stracci – una volta magliette maglioni pantaloni camicie – vomitati dall’armadio, spianato zone impervie pure per il mio gatto. Mi schianto, stanco e soddisfatto di tale imperfettibile ordine, sulla poltrona: chissà che fa il mondo, là fuori. Qualche mitragliata di click e Repubblica Gazzetta dello Sport Stampa e Corriere della sera, in ordine d’importanza, mi appaiono in formato 15 pollici. Le conversioni sono inaspettate, violente, roba che ti lascia secco. A volte lavorano alle spalle, ma stavolta, la mia, ce l’ho davanti: Disordinato? Sei di sinistra . Sotto, metti che ti rimane un dubbio una speranza una possibilità, quasi te lo urlano: Si può capire l’orientamento politico guardando la scrivania e la stanza di una persona. Bum. I tre autori dello studio mi spiegano ciò che mai avevo sospettato, e tutte le prove sono lì intorno a me, sfacciatamente visibili, peggio de La lettera rubata di Poe. E’ gente seria, e si vede.

Con l’ultimo barlume di dignità, umana inerzia al cambiamento, lascio sul comodino i libri, superstiti souvenirs di notti insonni: i tre auctores non mi avranno così facilmente. Madeleines in corpo 11, mi scaraventano in tempi e luoghi in cui non associavo il caos primordiale della mia stanza al vangelo secondo Lenin. Le madri, fra urla rimbrotti minacce, avranno mai capito che i disordinatissimi figli – ipotetici, alla luce degli ultimi studi, ma per loro quanto mai reali, lazzaroni scioperati scansafatiche – non fanno altro che violare anzitempo la segretezza del voto fra le mura della propria camera? Le madri sono reazionarie, non c’è che dire, e i figli rivoluzionari, si sa. I padri si avventurano in compromessi storici con equilibri da speziali. C’è da temere per gli sviluppi della pedagogia domestica: i fanciulli diabolici al primo castigo si dichiareranno comunisti e prigionieri politici? C’è da credere però che torme di genitori in questo caso possano considerare l’eventualità di un’abiura e abbracciare, non più i figli, ma il loro credo: non dev’essere poi malaccio potersi cibare di tale irrispettosissmi fanciulli. E poi dicono che ci si butta a sinistra… Quelli al centro, come saranno? Un caos ordinato, un libro placidamente fuoriposto, al massimo dei calzini a chiedere asilo politico, loro sì, ad un altro cassetto? I radicali non so, mi risultano da sempre un mistero.

Ma io? Tutto quello che ho vissuto letto creduto sperato evapora perché riesco finalmente a vedere il pavimento, trovare abiti non sgualciti, scegliere un libro quasi a colpo sicuro senza chiamare uno sherpa in soccorso? Io ascoltavo Gaber e mi piaceva ritrovarmi, tra il serio e il faceto, in quelle distinzioni. Di ordine e di disordine non si parlava ed io ero tranquillo. Ma ora? La mia scrivania mente o il mio comodino è l’ultimo baluardo bastione fortezza Bastiani contro l’avanzata dell’ordine? E la libreria, i cui abitanti avevo impilato egregiamente, non rivela forse, a uno sguardo più attento, colonne sghembe profili irregolari teorie sbagliate?

Assalito dai dubbi, l’ultimo, tremendo, mi inchioda. E mi salva : niente niente che quello studio analisi scoperta è solo una solenne sacrosanta meravigliosa cazzata?


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