Crisi Amt e autobus fermi, scioperano i lavoratori Da risolvere il caos dei finanziamenti e il contratto

Inizia oggi la fase uno delle agitazioni messe in campo dai sindacalisti dell’Azienda metropolitana trasporti di Catania. Ad aprire la protesta gli autonomi della Fast-Confsal che hanno indetto questa mattina uno sciopero e un sit-in davanti allo storico deposito Amt di via Plebiscito. Al centro della vicenda, sollevata dalle rappresentanze dei lavoratori, c’è la crisi di liquidità dovuta al riconoscimento dei chilometri percorsi. Un problema che riguarda il contributo annuale che l’azienda percepisce dalla Regione e dal Comune per la strada percorsa dagli autobus. «Non è chiaro quanti siano i soldi che ci vengono assegnati per il 2016. L’azienda vorrebbe circa otto milioni 600mila chilometri mentre la Regione vuole darcene solo sei milioni e 900mila», afferma a MeridioNews Giuseppe Cottone, segretario aziendale della Fast-Confsal. Ma tra i nodi irrisolti ci sono anche il bilancio e la mancata approvazione del nuovo contratto di servizio. «Non riusciamo a capire perché il Consiglio comunale non riesca ad approvare il nuovo documento», dichiara Cottone.

Esiste un contenzioso al tribunale amministrativo regionale tra Amt e Regione basato sul riconoscimento dei due milioni di chilometri che secondo Palazzo d’Orleans non andrebbero versati. «Siamo stati a Palermo e in commissione consiliare comunale per affrontare la questione – denuncia Giovanni Lo Schiavo, segretario provinciale di Fast-Confsal – ma ancora oggi non riceviamo risposta dal sindaco Enzo Bianco.  È lui che deve attivarsi e chiedere all’assessore Alessandro Baccei un intervento straordinario». I lavoratori vogliono vederci chiaro anche sul bilancio della partecipata, non ancora pronto anche per i dubbi sullo stato dei crediti da riconoscere. «Non è immaginabile un bilancio del 2016 con 60 milioni di debiti accertati ma in cui non abbiamo riconoscimento ufficiale dei crediti», conclude Lo Schiavo. 

Secondo le stime dei manifestanti la partecipazione alla giornata di oggi è stata «massiccia». «Abbiamo fatto delle telefonate e sappiamo che c’è solo un autobus a piazza Alcalà e quattro alla stazione centrale», dichiara un lavoratore. Non hanno aderito però tutte le altre sigle sindacali che si muoveranno invece giorno 20 maggio. «Loro hanno scelto una via diversa, non sappiamo perché – dichiarano gli esponenti di Fast-Confsal – noi vogliamo solo il bene dei nostri dipendenti e parteciperemo anche al prossimo sciopero, insieme a tutti gli altri». Pochi giorni fa, durante una riunione in commissione Partecipate, alcune rappresentanze sindacali avevano chiesto lazzeramento dei vertici aziendali. I quali, tramite il presidente Carlo Lungaro, avevano risposto: «Non sanno quello di cui parlano, non abbiamo responsabilità nella crisi».


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