Elezioni Ramacca, la ricetta del 5stelle Nicolosi «Coinvolgere i cittadini e renderli responsabili»

Un giovane di 35 anni che non ha voluto abbandonare Ramacca. Gaetano Nicolosi è il candidato a sindaco del Movimento 5 stelle alle prossime elezioni amministrative nel Comune calatino. Nello scontro tra i vecchi della politica locale potrebbe essere lui la sorpresa: «Negli altri schieramenti c’è chi ha già governato, adesso si sono limitati a cambiare collocazione e maschere», spiega a MeridioNews. Esperto di pittura e fotografia, 35 anni e un programma strutturato su cinque macro aree: Casa Comune, ambiente, sviluppo, uomo e territorio. Punti che contengono decine di proposte, alcune anche ambiziose come quella di mettere in funzione un impianto di compostaggio.

Per il Movimento 5 stelle questo è il primo banco di prova alle amministrative di Ramacca. Qual è stato il vostro percorso di avvicinamento a questo appuntamento?
«Abbiamo cominciato più di quattro anni fa. Il Movimento ha dato la possibilità di scendere in campo perché non ci siamo sentiti più soli. In questo percorso abbiamo fatto diversi banchetti informativi ma anche numerose denunce. Parlando ad esempio sia del Cara di Mineo, prima ancora dell’emergere di tutti gli scandali giudiziari, ma anche delle vicende legate alle discariche. A livello comunale siamo stati l’unica opposizione al Partito democratico, mentre in tanti che spuntano adesso sono stati in silenzio».

Com’è la Ramacca che Gaetano Nicolosi ha in mente? Quali sono i punti del programma elettorale che le stanno più a cuore? 
«Al primo posto metto la trasparenza nella pubblica amministrazione. Significa coinvolgere il cittadino per renderlo responsabile, ad esempio con il bilancio partecipato. Ci sono poi i rifiuti che possono darci qualcosa a livello economico. La raccolta differenziata nel mio Comune non è mai partita davvero e per il prossimo anno c’è anche il rischio di pagare il doppio in bolletta. Vorremmo istituire le isole ecologiche dove i cittadini con le green card possano conferire i rifiuti e ottenere delle sovvenzioni. L’altro punto è quello dello sviluppo, che possiamo ottenere valorizzando il turismo rurale recuperando le strutture abbandonate e l’agricoltura. Questo è un settore cardine, ma negli anni è stato gestito in maniera errata. Intendiamo incentivare i consorzi per essere più competevi sul mercato. In elenco abbiamo anche dei laboratori d’idee per coinvolgere giovani e professionisti per riuscire a sfruttare i finanziamenti europei».

Ha fatto riferimento al Cara di Mineo. Crede che ci sia il rischio, proprio in concomitanza con le amministrative, che possano emergere situazioni di clientelismo attorno al centro richiedenti asilo?
«Con le elezioni il rischio c’è e aumenta innescando quei meccanismi che illudono i pochi giovani rimasti. Ma c’è anche gente che fa la sua campagna elettorale promettendo stage con il programma europeo Garanzia giovani».

Alla sua unica lista si contrappongo eserciti di candidati al Consiglio, come quelli di Pippo Limoli che schiera ben cinque compagini. Non crede che nell’ambito di una piccola comunità questo possa avere un peso decisivo?
«La nostra lista è il frutto di una scelta precisa. Chi appartiene al Movimento capisce il valore delle regole. Non è un chiudersi a riccio come qualcuno vuole fare credere ma è sinonimo di un’identità forte. In questo caso parlerei di veri e propri apparati elettorali con molte persone in disaccordo, anche se dentro gli stessi schieramenti. Rischiano l’implosione: c’è l’area del Nuovo centro destra con Giovanni La Via, i dissidenti del Partito democratico, gli ex uomini di Raffaele Lombardo e pure l’area di Adolfo Messina, presidente della Pubbliservizi. Sembrano un esercito ma la loro debolezza potrebbe essere proprio numerica». 


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