Etna nord, blocco escursioni finisce in Regione Tavolo tecnico tra Comuni, Parco e assessorati

Per lo sblocco dell’impasse del futuro delle escursioni alle quote sommitali sul versante nord dell’Etna c’è ancora da aspettare e sperare. C’è però un’unica nota positiva al termine del vertice voluto a Palermo dall’assessore regionale al Turismo Anthony Barbagallo con i sindaci interessati e la presidente del Parco dell’Etna Marisa Mazzaglia per dipanare la matassa. Soluzioni rapide e chiare all’orizzonte non se ne vedono, ma quantomeno i Comuni di Castiglione di Sicilia e Linguaglossa hanno ricominciato a parlarsi. Adesso toccherà a un tavolo tecnico andare in concreto a sciogliere i nodi e trovare un compromesso il cui raggiungimento, come ribadito dallo stesso assessore Barbagallo, «non è più differibile». La riunione è fissata per lunedì prossimo nella sede dell’ente Parco. Il tavolo – dove non siederà nessun politico, ma solo funzionari delegati dai due Comuni, dagli assessorati regionali di Turismo ed enti locali, e del Parco dell’Etna – lavorerà per far partire in pochi giorni la procedura per l’assegnazione delle escursioni per l’estate alle porte e in seguito sull’appalto del servizio per i prossimi dieci anni.

Le posizioni sul campo restano distanti e non poteva certo dirsi sereno il clima durante la riunione palermitana, dominata dallo scaricabarile fra le parti. I due sindaci, Salvo Barbagallo per Castiglione e Rosa Maria Vecchio per Linguaglossa, avevano smesso di dialogare nei giorni scorsi, dopo che erano traumaticamente emersi i contrasti sulla formula da adottare nella procedura di affidamento della strada – e del trasporto in quota dei turisti – dalla stazione di Piano Provenzana ai crateri del vulcano. Divisioni maturate dopo il parere dell’Antitrust sulla necessità di liberalizzare la gestione delle vie d’accesso all’area sommitale dell’Etna. Il prezzo di un mancato accordo sarebbe però il blocco della stagione turistica ad Etna nord, privata dell’unica attrattiva – appunto le gite in fuoristrada ai crateri – capace di competere con quelle della più fortunata stazione ricettiva di Rifugio Sapienza. «Senza escursioni ci stiamo trasformando in uno sportello informazioni di Etna sud – il commento amaro di un operatore di Piano Provenzana – arrivano i turisti che vogliono vedere i crateri, ma siamo costretti a mandarli a Nicolosi».

Il deciso intervento dell’assessorato del Turismo ha comunque favorito il riprendere delle trattative. Per questo, alla fine dell’incontro, il sindaco di Castiglione ha ringraziato Anthony Barbagallo, pur ribadendo che la sua idea di partenza resta l’affidamento del trasporto turistico a più aziende che, così, si troverebbero in concorrenza fra loro. Un sistema basato su più autorizzazioni all’accesso che segnerebbe una decisa cesura nella sua storia gestionale, negli ultimi trent’anni assegnata ad un’unica azienda in forza di lunghe concessioni finite proprio nel mirino dell’Antitrust. I tecnici dovrebbero dunque confrontarsi a partire da quest’ipotesi.

«Da mesi chiedo un tavolo tecnico, mi fa piacere che questo sia adesso realtà – il commento della prima cittadina di Linguaglossa, Rosa Maria Vecchio, che chiarisce poi la propria posizione sulle formule dell’affidamento – Sono aperta alla ricerca di soluzioni che siano possibili, legittime e praticabili nel breve tempo». In precedenza però, Vecchio si era mostrata perplessa di fronte all’idea del collega di Castiglione: «Il regime autorizzatorio necessita di atti amministrativi, come la definizione del tracciato come strada e non come bene, e di interventi come la messa in sicurezza impossibili da compiere essendo già maggio inoltrato». Per aggirare il veto di Castiglione, il Comune di Linguaglossa mercoledì scorso ha emanato un bando per assegnare a un privato soltanto il tratto di strada di propria competenza, fino cioè alla quota di circa 2400 metri. Un bando che – giura il sindaco Vecchio – «non revocherò fino a quando non ci sarà la certezza dell’avvio della procedura per affidare le escursioni fino a quota 3000».


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