Processo Lombardo, depone l’architetto Baldo «Tuzzolino? Cocainomane che si alcolizzava»

«Un cocainomane alcolizzato che all’interno del mio studio creava solo problemi». L’identikit è quello di Giuseppe Tuzzolino e a tracciarlo in aula è Calogero Baldo, l’architetto che il dichiarante agrigentino, nelle sue deposizioni, si ostina a chiamare «il mio ex suocero». Baldo oggi è stato chiamato a deporre come testimone nel processo per concorso esterno in associazione mafiosa all’ex governatore siciliano Raffaele Lombardo. Il professionista, titolare dello studio Well Tech, era stato tirato in ballo da Tuzzolino all’inizio di maggio. L’ex fidanzato della figlia lo aveva messo in mezzo a storie di appalti e incontri per sbloccare finanziamenti per lavori in provincia di Catania e Agrigento. Intrecci ricchi di ombre nei quali sono stati messi in mezzo anche servizi segreti, mafia e personaggi noti, come la dirigente regionale Patrizia Monterosso. Tuzzolino, dopo aver patteggiato una condanna per turbativa d’asta, dal 2013 parla come dichiarante con diverse procure siciliane fino a essere sottoposto al programma di protezione.  

«Mi è stato presentato da mia figlia nel 2004», spiega Baldo alla corte. Il rapporto tra i due fidanzati non sarebbe stato idilliaco fino a quando, secondo l’architetto, nel 2010 si incrina definitivamente: «Lavorava nel mio studio con un contratto a progetto, ma la sua presenza creava problemi». Tra i passaggi iniziali raccontati in aula c’è proprio la rottura della relazione di Tuzzolino con la figlia. «Lei si era invaghita e lui l’ha plagiata». Dettagli di un amore in cui emergono anche il presunto uso di cocaina e alcol da parte del dichiarante. Un mix che avrebbe coinvolto anche la figlia fino a essere vittima di un presunto pestaggio da parte di Tuzzolino, dopo averla spinta ad assumere stupefacenti.

Baldo – durante la sua deposizione voluta dai difensori di Lombardo guidati dall’avvocato Alessandro Benedetti – smentisce anche gli incontri che avrebbe avuto all’Assemblea regionale siciliana con l’ex presidente e Monterosso. Faccia a faccia che sarebbero avvenuti all’alba e raccontati da Tuzzolino nella precedente udienza. «Non l’avevo mai visto prima di oggi», chiarisce il professionista riferendosi a Lombardo, per poi parlare e smentire le accuse su lavori e affidamenti. «Il 75 per cento  di quanto fatto da Well Tech  avviene fuori dalla Sicilia. Altro che Catania, Palermo e Agrigento». 

Ma come avrebbe fatto Tuzzolino a conoscere i dettagli? «Era stato chiamato per la digitalizzazione del nostro archivio». Una mansione che avrebbe dato la possibilità di consultare carte e progetti. Tra le mura dello studio agrigentino il rapporto professionale con Tuzzolino sarebbe durato fino alla fine del contratto, nel marzo 2011. «Una volta questo signore ha anche scassinato la macchinetta del caffè – spiega Baldo – ha preso i soldi e poi ha accusato i miei dipendenti».


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