Consiglio, lavori ancora fermi sul Piano rifiuti In aula stanchezza, tensione e improduttività

«Che cosa mi tocca fare. Pure questo!». Il microfono dell’aula consiliare di
Palazzo degli elefanti tradisce la segretaria generale del Comune di Catania Antonella Liotta a margine della chiusura dell’ultima riunione, poco prima delle ore 23. I presenti sono solo i tecnici e gli uscieri del Municipio e per via dell’assenza di tutti i consiglieri il compito di rinviare l’appuntamento istituzionale spetta proprio all’avvocata Liotta. La stessa figura che, durante la seduta, interviene per chiarire nodi su regolamenti, procedure e pareri giuridici. Punti che spesso rallentano i lavori un po’ per reali perplessità tecniche e un po’ per strumentalizzazione a sfondo politico. Un caso, quest’ultimo, che potrebbe stare a monte dell’improduttività – al netto di una fase delle comunicazioni molto partecipata – della riunione di ieri. Presenti nella prima parte dell’appuntamento in poco meno di 30, alla votazione della delibera sul Piano di intervento per il servizio di gestione integrata dei rifiuti dell’ambito di raccolta ottimale (Aro) non è stato garantito nemmeno il numero legale. 

Riesce comunque a presentare l’atto in questione l’assessore al ramo Rosario D’Agata. «Il futuro appalto per la gestione dei rifiuti durerà sette anni: è molto importante per l’amministrazione considerato che ci lavoriamo dal mese di gennaio del 2015», introduce il componente della giunta di Enzo Bianco. «La scommessa più grossa è la raccolta porta a porta, alla quale verrà affiancata l’installazione di 30 eco-punti sparsi per la città e un’isola ecologica in ogni quartiere», entra nei dettagli l’assessore all’Ambiente. «Le ditte che vorranno partecipare al bando di gara dovranno avere ben chiaro che la base per l’offerta si caratterizza di elementi quali attività di formazione dei cittadini e degli operatori, organizzazione di eventi in piazza e creazione di eco-sportelli», conclude D’Agata. 

A seguire con attenzione la relazione del politico sembra solo il consigliere Sebastiano Arcidiacono, che a margine di un lungo intervento, dichiara: «Ho letto il Piano e ho notato che alcuni dati riportati sono parziali. Tra l’altro – aggiunge – non riesco a capire come il collegio di difesa sia riuscito a formulare un parere sui numerosi emendamenti in sole dodici ore». L’assenza del visto dell’organo comunale aveva determinato lo scioglimento della riunione precedente. Una storia che si ripete anche ieri. Dopo che a verbale viene messa la richiesta della consigliera Ersilia Saverino di indire un consiglio straordinario sullo stato di salute finanziaria del teatro Stabile – proposta sostenuta anche da Grande Catania -, e lo scontro tra il consigliere Agatino Tringale e l’assessore D’Agata.

«Se fossi un consigliere la smetterei di lamentarmi e inizierei ad avanzare delle proposte politiche ma – dice il componente della giunta – in quest’aula non ci sono progetti alternativi a quelli dell’amministrazione Bianco». «Assessore, lei sta offendendo l’aula», urla Tringale. «La tensione sta portando a pronunciare parole troppo pesanti. I consiglieri sono tutti responsabili e propositivi e i colleghi interpretano il proprio ruolo con grande dignità», interviene Agatino Lanzafame. «Se però l’amministrazione pensa che si deve difendere dal Consiglio fa un grosso errore», conclude. 


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