Aci Trezza, un cortometraggio racconta la riserva «Girato dai ragazzi per studiare coi loro linguaggi»

Lezioni nelle aree naturali protette, a bordo di
battelli con il fondo trasparente e a contatto con il mare. Sembra un sogno, che gli studenti delle prime classi dell’istituto comprensivo Giuseppe Parini di Catania sono riusciti a realizzare, grazie alla collaborazione con il Cutgana, il centro di ricerca dell’università etnea. I ragazzi della classe I Q, in particolare, hanno girato il documentario Riserva naturale integrale isola Lachea e faraglioni dei Ciclopi, che si inserisce nel progetto Mare nostrum. Nato quest’anno, dopo che la scuola ha scelto di dare all’insegnamento delle Scienze uno stampo più laboratoriale. L’idea è venuta alla preside Carmela Trovato, durante una visita all’ex Monastero dei Benedettini dove venivano presentate opere e attività multimediali. «Ho pensato quanto potesse essere interessante, per i nostri ragazzi, studiare le scienze usando i loro linguaggi – racconta la dirigente scolastica – e ci piaceva l’idea di collaborare con il Cutgana, che ci ha permesso di visitare le aree protette».

Il progetto prevedeva lezioni in classe sull’ambiente e visite sul territorio, dove i giovani studenti hanno ammirato la
lucertola che vive sull’isola, la grotta dell’Eremita, il museo naturalistico didattico Lachea e la stazione di Biologia marina. Tutte le classi coinvolte hanno risposto con grande entusiasmo, nonostante le perplessità iniziali di qualche genitore sul modo atipico di studiare. Ma i ragazzi hanno seguito con interesse, soprattutto quelli che frequentano la I Q, che hanno partecipato a un percorso più intenso frequentando un laboratorio di cortometraggio nell’orario pomeridiano e realizzando il progetto finale con il Cutgana.

Seguiti dalla professoressa di Lettere
Maria Rita Bontà, che ha lavorato in sinergia con il collega di Scienze Rocco Frazzetto, coordinatore delle attività di educazione ambientale insieme con gli esperti del Cutgana, e con l’esperta in tecniche audio-visive Sonia Giardina. Sicuramente un modo per dare valore alle quelle ore extra spese a scuola, che spesso pesano ai ragazzi – che davanti la telecamera appaiono timidi ed entusiasti – già provati dalla stanchezza accumulata durante la mattinata. «Hanno vissuto la ricerca scientifica in modo diverso – commenta Trovato – e sono stati felici di aver realizzato il documentario, legando due linguaggi diversi».

Fondamentale per la preside è stato anche l’
aiuto fornito dalle famiglie, che dopo l’incertezza iniziale hanno apprezzato il lavoro di insegnanti e studenti, accompagnando i gruppi alle escursioni da cui sono usciti «ragazzi più consapevoli e attenti alle problematiche ambientali, economiche e sociali relative al mare e allo sfruttamento delle sue risorse». E che forse ci penseranno un po’ di più prima di buttare la cartaccia in acqua o lasciare una bottiglia sulla battigia. «Già dalle prime classi della scuola primaria – aggiunge Carmela Trovato – puntiamo molto l’attenzione sul rispetto dell’ambiente, promuovendo una serie di attività sul riciclo e sul rispetto degli spazi comuni».

Piccoli semi che in qualche caso germogliano, come è stato per i ragazzi della
I Q, che dopo il video su Aci Trezza – che la scuola vorrebbe presentare al Meet festival che si terrà nel mese di ottobre a Mazara del Vallo – hanno girato un secondo corto, improntato questa volta sull’aspetto sociale del mare, inteso anche come spazio dove arrivano i migranti. «Due cortometraggi da cui emergono soprattutto luci e colori – conclude Trovato – che rappresentano le sensazioni dei ragazzi durante le riprese».


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