Etna, Cai di Bronte segna sentieri per escursionisti «Un aiuto alla fruizione, ma serve piano adeguato»

C’è ancora la mano del volontariato dietro l’avvio della segnatura dei sentieri escursionistici che attraversano il versante occidentale dell’Etna. Al lavoro ci sono i componenti della sezione del Club alpino italiano di Bronte, cui sono stati affidati circa 35 chilometri di tracciati nell’area tra il territorio brontese – da Piano dei Grilli – e i Comuni di Maletto e Randazzo fino ai 2900 metri di Punta Lucia, ai piedi dei crateri sommitali. «Completare i sentieri etnei con la segnaletica significa migliorare la fruibilità del nostro vulcano», spiega Angelo Spitaleri, presidente del Cai brontese.

L’iniziativa è il frutto di un protocollo di intesa tra Parco dell’Etna, Dipartimento provinciale sviluppo rurale e territoriale (l’ex Azienda Foreste Demaniali) ed il Cai Sicilia, attivo nel ripristino della segnaletica escursionistica anche nei restanti parchi e riserve naturali dell’isola. Un altro intervento di rilancio del sistema di fruizione dell’area protetta – la cui zona A è anche Patrimonio Unesco – che, senza il supporto delle associazioni, di fatto sarebbe stato difficile da attuare per le istituzioni – come ribadito in più occasioni dai loro stessi vertici – paralizzate dalla penuria di uomini e risorse.

Le indicazioni di tipo verticale, collocate nei mesi scorsi dall’ente Parco, saranno dunque integrate dalla segnaletica orizzontale, detta anche di conforto, e cioè i segnavia biancorossi usati per indicare la continuità del sentiero e i segnavia a bandiera rosso-bianco-rosso completi anche della numerazione del sentiero, da porre in genere all’inizio del percorso e in prossimità di un bivio. La rinnovata numerazione dei percorsi era stata curata negli anni scorsi proprio dal Cai, un lavoro certosino che sta alla base della nuova carta escursionista del Parco dell’Etna, in distribuzione dall’anno scorso.

Il Cai di Bronte, come le altre sezioni dell’area etnea e di Sicilia, si sta occupando della segnatura in cambio di un rimborso spese per l’acquisto dell’attrezzatura necessaria. «Il versante ovest è quello più carente sulla segnaletica, ferma agli anni in cui la Forestale riusciva a mettere qualche cartello sparso – spiega ancora Spitaleri – ogni anno nella nostra zona recuperiamo centinaia di escursionisti che si smarriscono perché mancano le indicazioni più basilari». Curare i sentieri è poi importante in chiave turistica perché, aggiunge il presidente, «c’è grande fame di conoscenza della nostra montagna e cresce sempre di più il numero di visitatori che non vogliono limitarsi a vedere le sole stazioni di Etna sud e nord». Ma segnavia e cartelli – come anche il «buon lavoro fatto sul recupero delle strutture da adibire a punti base» – potrebbero non bastare «senza un adeguato piano di fruizione dell’Etna utile a riattivare l’intero territorio».

Dopo la segnatura dei cammini fra Piano dei Grilli, monte Egitto, monte Lepre e monte Rosso – dove peraltro i volontari del Cai hanno riscontrato «significative incongruenze nelle tabelle segnavie già esistenti» – si proseguirà nei prossimi giorni con i sentieri monte Ruvolo – Case Zampini; monte Scavo – monte Guardirazzi – Punta Lucia; Case Boscochiuso – pista altomontana; monte La Nave – pista altomontana; pista Altomontana – rifugio di monte Maletto e, infine, il sentiero che dalle Sciare di Santa Venera (Maletto) conduce al lago Gurrida.


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