Paternò, il Consiglio boccia aumento dell’Irpef La mossa influenza l’approvazione del bilancio

Con 16 no, tutti provenienti dagli scranni dell’opposizione, il Consiglio comunale di Paternò boccia il rincaro dell’aliquota dell’addizionale Irpef. Una mossa che influenza il bilancio di previsione 2016 al quale sta lavorando la giunta. Al documento contabile, infatti, occorrono oltre milione e 500mila euro per evitare all’ente profili di dissesto finanziario. E proprio dall’aumento (di 0,40 per mille) dell’Irpef il Comune avrebbe guadagnato oltre 700mila euro. A scombinare i piani dell’amministrazione comunale ci hanno pensato undici consiglieri dell’opposizione radicale e cinque provenienti dalla cosiddetta opposizione costruttiva. L’iter adesso prevede che la giunta elabori la delibera del previsionale. Atto che sarà quindi esaminato dal Consiglio e, una volta appurato il presunto squilibrio contabile e senza soluzioni per il pareggiamento, si dovrebbe insediare un commissario straordinario ad acta. Un funzionario, cioè, che dovrebbe attivarsi per trovare le risorse (in un ventaglio di possibilità che prevede pure aumento di tasse e aliquote dei tributi al massimo) per riequilibrarlo. Se non fosse possibile, si avvierebbe la procedura per il dissesto

Ragion per cui la seduta consiliare di sabato mattina è stata convocata in maniera «straordinaria e urgente». «Non avendo in mano uno schema di bilancio non riusciamo a capire perché avremmo dovuto approvare l’aumento dell’addizionale. Inoltre, non ci soddisfa la scelta di avere predisposto anche l’abbassamento della soglia di esenzione dai 12mila euro attuali ai 10mila. Penso che – ha detto Nino Valore, presidente della commissione al bilancio – alla fine questo bilancio si chiuderà in pareggio». Parla invece di delibera illegittima il consigliere d’opposizione Giancarlo Ciatto: «Le aliquote potevano essere modificate solo entro il 30 aprile scorso e qualsiasi contribuente potrebbe ricorrere al Tar, impugnando il provvedimento». «Il trucco dello squilibrio di bilancio è falso. Intanto perché lo si può sanare tagliando la spesa e poi – ha continuato il politico – perché per giustificare giuridicamente questo aumento il Consiglio avrebbe dovuto votare una delibera sugli equilibri di bilancio in presenza però di un bilancio che non c’è». 

«L’aumento dell’Irpef non è necessario perché per chiudere il bilancio si può agire su altre voci e per risolvere il problema di liquidità basta rivedere il servizio dei rifiuti, facendo un’altra gara. Adesso è necessario gettare le basi per un nuovo percorso politico», ha precisato Ciatto. Da parte sua Alfio Virgolini leader della cosiddetta opposizione costruttiva e oramai quasi ufficialmente candidato sindaco alle prossime amministrative ha spiegato che «sarebbe stato incoerente approvare un aumento quando io stesso lo scorso anno ho lottato per l’aliquota allo 0,4 per mille». Replica dura quella dell’assessore al ramo Turi Milicia: «Virgolini non ha votato l’aumento perché essendo candidato sindaco sarebbe stato criticato dal suo elettorato. Sul documento ci sono delle criticità che cercheremo di risolvere, non sappiamo come andrà a finire, tutto è in divenire».


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