Vertici UniCt, comincia d’estate la corsa al rettorato Pignataro: «Illegittimità? Creata da chi c’era prima»

Il Consiglio di giustizia amministrativa si è espresso: dopo le modifiche allo statuto, gli attuali organi di governo dell’università di Catania avrebbero dovuto essere rieletti. Per questo motivo le poltrone, sia del senato accademico che del consiglio di amministrazione, decadono automaticamente. Tutte tranne, forse, quella del rettore, a cui spetta il compito di indire le nuove elezioni in base al nuovo regolamento approvato nel marzo del 2015. Una decisione che mette in pericolo, a poco più di metà del suo mandato, la permanenza di Giacomo Pignataro al comando dell’ateneo. Così, mentre si attende l’arrivo dell’interpretazione autentica della sentenza del Cga, che chiarirà i dubbi sul futuro del Magnifico, si scatenano i primi movimenti tellurici (e politici) all’intero del mondo accademico. 

Nonostante l’unica candidatura ufficiale sia quella del direttore del dipartimento di Ingegneria civile e ambientale Enrico Foti, si fanno già i nomi dei possibili sfidanti che potrebbero volere sostituire il professore di Economia nel ruolo di Magnifico. Tra i più noti compaiono quello del presidente della Scuola superiore di Catania Francesco Priolo, quello dell’ordinario di Biochimica clinica Vittorio Calabrese, già candidato nella scorsa tornata, e quello del presidente della Scuola facoltà di Medicina Francesco Basile. Sembrerebbe che tutti stiano scaldando i motori, e in molti stanno studiando per capire se Pignataro si può ancora candidare. Facendo appello a due riferimenti normativi: l’articolo 2 della legge 240 del 2010, la cosiddetta Gelmini, e l’articolo 6 dello statuto d’ateneo. Entrambi indicano un unico mandato e la non rieleggibilità. Con i suoi tre anni già trascorsi, l’attuale rettore non potrebbe restare in carica per più di tre anni, riaprendo a breve una nuova crisi di governance

«Questo sarà un problema che discuteremo al momento opportuno – dichiara a MeridioNews Giacomo Pignataro – Abbiamo chiesto un chiarimento ottemperativo della sentenza del Cga proprio per capire se si dovrà procedere a nuove elezioni». «Noi ovviamente siamo convinti che il mio mandato debba finire al momento della sua naturale scadenza – continua il Magnifico -. La sentenza mi identifica come rettore in carica e mi chiede di fare alcune cose, è chiaro dunque che non sono decaduto». Nell’eventualità di un ritorno alle urne Pignataro è cauto: «Faremo chiaramente quello che dice il giudice. Si aprirà un nuovo scenario e valuteremo cosa fare, se tutto viene azzerato penseremo a come agire. Per adesso non voglio far partire una campagna elettorale – conclude – ma qualcuno che parla di illegittimità farebbe bene a ricordare che è quest’ultima è stata creata dal precedente rettore nell’emanare uno statuto che non era conforme alla legge». 

Cautela anche dai possibili candidati che preferiscono forse non esporsi, in attesa del parere del Cga richiesto dal rettore. «È troppo presto per parlare di elezioni – spiega a MeridioNews il professore Vittorio Calabrese – ma l’auspicio più vivo è che l’ateneo in questo momento possa trovare le sue ragioni di massima stabilità, come già espresso dai direttori di dipartimento nel segno di solidarietà all’attuale rettore». Sulla stessa linea anche Francesco Basile che commenta: «Mi auguro che si risolvano tutti i problemi al più presto. Noi abbiamo un rettore e finché è in carica lo supporteremo». 

«Questa università ha bisogno di serenità immediata – dichiara Francesco Priolo – Non ragiono sui se, ma solo sui fatti. Noi in questo momento abbiamo una guida quindi aspettiamo l’interpretazione della sentenza del Cga e capiamo dove andrà l’ateneo». Il professore di Fisica non conferma la sua candidatura ma aggiunge: «Penso che l’ateneo abbia bisogno di assoluta pacificazione. Concentriamoci sui veri problemi, sui nostri studenti futuri e presenti, sulla ricerca e sulla didattica». «Sono un uomo delle istituzioni – conclude –  al servizio assoluto della mia comunità e del mio territorio, non ci sono delle aspirazioni personali». «Io non solleverei una questione giuridica quanto piuttosto politica – commenta infine Enrico Foti – Anche qualora Pignataro fosse ricandidabile sarà lui stesso a valutare se ha fatto un buon lavoro o meno. Con la mia candidatura vogliamo guardare al futuro piuttosto che al passato, andando oltre quello che è stato già fatto». 


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