Intervista alla prof.ssa Laudani

Dal 28 gennaio il Consiglio di Area Didattica ha un nuovo Presidente: alla seconda tornata elettorale – dopo la fumata nera dello scorso 20 gennaio – la prof.ssa Simona Laudani è stata votata al posto ricoperto, per due mandati, dal prof. Zago.

Abbiamo chiesto al nuovo Presidente di fare il punto della situazione.

 

Professoressa, come sono i rapporti con il Consorzio in vista della nuova convenzione?

Facoltà e Consorzio sono in buoni rapporti. Qualche mese fa si è tenuto un Consiglio di Facoltà a Ragusa al quale  doveva partecipare solo il Presidente del Consorzio, e a cui, invece, ha preso parte l’intero consiglio di amministrazione. Tutti hanno ribadito con fermezza di voler mantenere questa Facoltà a Ragusa e di voler investire su di essa nuovi capitali.

È ovvio che, per garantire un’alta qualità del lavoro, occorrono degli investimenti, dal momento che con gli attuali fondi riusciamo a pagare solo gli stipendi degli inquadrati.

Se vogliamo davvero mantenere e migliorare la qualità dell’offerta formativa, dobbiamo avere la possibilità di garantire anche  l’apporto di collaboratori qualificati (contrattisti, lettori, personale tecnico). La Facoltà di Lingue si regge infatti sulla collaborazione di diverse figure docenti e di personale qualificato che spesso (è il caso delle lingue orientali e dei madrelingua) viene da fuori.

Finora la Facoltà ha molto investito su Ragusa ed ha anticipato parecchie spese, tra cui quelle per gli stipendi dei lettori, dei contrattisti e per la biblioteca Zipelli, ma adesso in seguito ad una precisa disposizione dell’Ateneo che punta alla piena autonomia finanziaria delle varie sedi, la Facoltà a Ragusa deve autofinanziarsi. Prendiamo perciò atto della disponibilità dei membri del Consorzio, e siamo ben disposti a collaborare con loro nella ricerca di fondi aggiuntivi – che non possono essere però sostitutivi dei finanziamenti fissi – e a trovare soluzioni comuni anche sul piano dell’attività didattica. Ma abbiamo assoluto bisogno di risposte veloci e concrete: anche in considerazione della necessità di  programmazione economica della Facoltà e delle richieste dell’Ateneo abbiamo bisogno di conoscere al più presto su quali fondi possiamo realmente contare.  La disponibilità deve tradursi in cifre precise, gli impegni verbali in euro.

 

 

Capitolo borse di studio estive: anche quest’anno gli studenti potranno usufruire dei corsi full-immersion all’estero?

Vogliamo mantenerle, ma le somme sono state anticipate dalla Facoltà fino all’anno scorso, e da  quest’anno  non sarà più possibile. Anche in questo caso è bene che il Consorzio si pronunzi e che operi scelte di priorità ben precise.

Aprendo i giornali, ho l’impressione che l’entusiasmo che nei primi anni ha accompagnato la nascita di un polo universitario nella provincia di Ragusa e la presenza della Facoltà di Lingue sia un po’ scemato, e questo mi sembra un errore. Non solo perché la maggior parte degli studenti viene dalla provincia, ma anche perché l’università, grazie ai suoi contatti con l’estero e alle molteplici iniziative di cui è protagonista, dà lustro a tutto il territorio. Basti pensare alle numerose conferenze che abbiamo organizzato e organizziamo con i soldi messi a disposizione dalla Facoltà (in media tra i 500 e i 1000 euro), dai dipartimenti e con i nostri fondi di ricerca.

È evidente: Ibla prima dell’arrivo delle Facoltà di Agraria e, mi sia permesso dire, soprattutto di Lingue era una città in abbandono. Adesso  è rinata a nuova vita grazie alla presenza degli studenti, dei docenti e delle iniziative che fanno capo ai corsi universitari qui presenti. Sarebbe un grave danno per Ibla, per Ragusa e per la provincia tutta la fine di questa esperienza o anche solo la sua dequalificazione. Ma affinché questo pericolo sia allontanato, cosa per la quale ci battiamo da anni, è necessario che le amministrazioni locali e il Consorzio facciano delle scelte di priorità coerenti con gli impegni presi.

 

Sono noti i disagi relativi al mancato rimborso spese per i docenti a contratto. Sono previste soluzioni a breve?

Bisogna precisare una cosa: il livello di retribuzione dei nostri contratti, rispetto alla media dell’Ateneo, si mantiene su un valore alto. È chiaro, comunque, che sussistono dei disagi: i contratti vengono pagati in ritardo e l’attuale disponibilità economica non consente possibilità di rimborso delle spese. Se a tutto ciò si aggiunge che la riduzione degli investimenti statali per i nuovi concorsi di ricercatore (vedi per tutti il turn-over fissato al 50%, e il taglio dei fondi all’Università appena varati dal governo) ritarda la possibilità di stabilizzazione dei così detti giovani ricercatori(spesso quarantenni, con figli a carico) e prolunga il periodo di attesa, si comprende bene il disagio dei contrattisti.

A Ragusa abbiamo un corpo docente molto qualificato, costituito in gran parte da persone giovani che devono fare carriera e che devono essere motivate, perciò, a rimanere.

 

La Commissione Didattica sta lavorando ai nuovi piano di studio. Qualche anticipazione?

Le nuove norme ministeriali sui requisiti minimi comportano una razionalizzazione dei corsi. Stiamo elaborando una triennale e una specialistica a Ragusa che salvi gli indirizzi già esistenti (mediazione e lingue orientali innanzitutto) e una triennale e una specialistica a Catania. Ma per i progetti relativi alla sede iblea dobbiamo prima verificare la disponibilità economica. Dobbiamo sapere se e quali corsi possiamo attivare, fermo restando che la qualità dell’offerta deve continuare ad essere una priorità. E questo a brevissimo termine, dal momento che già a marzo-aprile dobbiamo programmare le attività per il prossimo anno accademico e per la fine dell’estate avere già elaborato i nuovi piani di studio.

 

 

Un altro tema caldo di cui Iblalab si è occupato: la biblioteca Doris e Cesare Zipelli. Quali prospettive per il prossimo futuro?

Non possiamo riaprire la biblioteca Zipelli in assenza di personale qualificato che se ne occupi. Abbiamo chiesto che venga indetto un bando di concorso per assumere qualcuno che abbia i titoli per gestire le biblioteche della Facoltà, tanto la Zipelli che quella universitaria. In alternativa, non possiamo garantire il funzionamento, con i consequenziali disservizi: primo tra tutti, la difficoltà nel reperimento di testi necessari alle ricerche per le tesi di laurea. La Zipelli, infatti, svolge un servizio che integra in maniera essenziale la nostra dotazione ordinaria di testi a disposizione degli studenti, attraverso il suo notevole patrimonio librario e la possibilità del prestito interbancario. In questo momento la biblioteca di Facoltà a Ragusa si regge sugli acquisti che i docenti fanno sui loro fondi, anteponendo spesso le necessità didattiche a quelle della ricerca, ma ciò evidentemente, data l’esiguità di questi ultimi, non è sufficiente. Bisogna trovare immediatamente una soluzione.

 

Che peso ha avuto la raccolta firme contro la chiusura della biblioteca Zipelli? Che ruolo possono assumersi gli studenti nelle dinamiche della Facoltà?

Le firme sono state importantissime, ma non dovrebbe finire qui. Gli studenti dovrebbero formare una delegazione che chieda un incontro col Consorzio: se vogliono continuare ad avere una biblioteca efficiente, devono mobilitarsi e fare capire che è una cosa a cui loro tengono.

 

Gli studenti non hanno ancora rappresentanza in Area Didattica. A quando le prossime elezioni?

È il Preside che le indice. Gli studenti dovrebbero – ora  che il presidente d’Area Didattica è stato eletto – rivolgersi a lui, stabilendo insieme le date più idonee.


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