Terremoto, la solidarietà etnea che parte dal basso Imprese e associazioni donano incassi alle vittime

Dopo la conta delle vittime nel terremoto che ha colpito il Centro Italia parte la macchina della solidarietà. Una catena umana che si aggrappa alle raccolte fondi ufficiali gestite dalla protezione civile attraverso conti correnti e compagnie telefoniche, e da gruppi come la Croce rossa e i circoli Arci. E da Catania arrivano i primi gesti di vicinanza alle popolazioni interessate dal sisma, non solo da canali istituzionali ma pure da piccole imprese. La libreria Vicolo stretto, il ristorante La cucina dei colori e l’associazione Officine culturali annunciano infatti di devolvere una parte dei loro incassi agli abitanti delle area interessate dalla calamità. In modo diverso, a seconda delle proprie possibilità e sfruttando le proprie attività. E facendo comunque arrivare i soldi nei canali ufficiali. Una raccolta dal basso che mira combattere un sentimento molto comune davanti a certe notizie: l’impotenza.

Officine culturali dichiara che destinerà alla causa dei terremotati gli introiti della visita guidata di domenica all’ex monastero dei Benedettini, che si terrà dalle 11 alle 18. «Non possiamo andare ad Amatrice, Accumoli e Arcuata a togliere le macerie ma – spiega la portavoce Claudia Cantale – possiamo offrire alle persone colpite dal sisma il frutto del nostro lavoro». I componenti dell’associazione no profit sono particolarmente empatici con le notizie relative al terremoto del Centro Italia. A spiegare perché è Cantale, che dice: «Tutte gli itinerari all’interno dell’ex monastero benedettino iniziano parlando di sismi, e in particolare di quello del 1693. Non lo abbiamo vissuto ma vediamo e raccontiamo ogni giorno i segni che ha lasciato». Così «ci siamo a tal punto immedesimati dal voler contribuire», conclude Cantale. 

Un pensiero che accomuna il gruppo a un’altra catanese che della cultura ha fatto un mestiere, la libraria Maria Carmela Sciacca. La donna, titolare del punto vendita Vicolo stretto, afferma che devolverà il dieci per cento di ogni acquisto – a partire da oggi – alle vittime del terremoto. «So che non risolverà i problemi delle persone coinvolte ma mi sembra ugualmente doveroso», racconta a MeridioNews la libraia. «Mi spiace non potere essere fisicamente là e – precisa – so che è solo è un legnetto in un fuocherello». L’idea di rinunciare agli incassi della giornata è venuta pure a Salvo Pistorio, il titolare de La cucina dei colori. «I soldi guadagnati a pranzo e a cena, oggi, li invieremo tramite i canali ufficiali alle vittime. Non è un modo per farsi pubblicità e nemmeno una novità per noi – conclude il proprietario dell’attività -, abbiamo fatto la stessa cosa due anni fa per il sisma in Nepal».

Nel frattempo alla palestra Lupo è stato allestito un punto di raccolta di beni di prima necessità da inviare nelle zone colpite. A promuoverlo il collettivo universitario insieme a Officina rebelde. Un altro sito è stato aperto al comitato Croce rossa italiana di via Calamatta, 24. Il punto sarà attivo domani dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 18. I beni attualmente richiesti sono: tovaglioli, acqua, alimenti a lunga conservazione e prodotti per l’igiene personale. Alla ludoteca Favolandia, in piazza Cavour, nel frattempo è stato allestito un altro punto di raccolta di beni per i terremotati, in collaborazione con la Cri, alla quale domani pomeriggio sarà consegnato quanto donato dai cittadini. I locali della ludoteca saranno aperti ai cittadini fino alle 14 di sabato, e si precisa che non sono necessari né abiti né coperte.


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