È partito da Zafferana a metà luglio ed è già a buon punto. Tra le prossime mete: Giappone, Corea e Australia. Alle spalle, «il calore della gente dell'Iran» ma anche momenti di tensione in Turchia durante il tentato golpe. Insieme a lui per metà strada la moglie: «È lei la vera eroina», racconta. Guarda le foto
Sebastiano Coco e il suo giro del mondo in moto «Stanco della vita da impiegato, era il mio sogno»
È partito dalle pendici dell’Etna, precisamente da Zafferana, appena un mese e mezzo fa – il 16 luglio – e ha già toccato Grecia, Turchia, Iraq e Uzbekistan. E proprio da Samarcanda il 57enne catanese Sebastiano Coco racconta a Meridionews del suo sogno di bambino di girare il mondo su una motocicletta. Un sogno che oggi, grazie alla forte determinazione, sta realizzando. Stanco di combattere con impegni di lavoro e di dover sempre anteporre al piacere il dovere, Coco – una laurea in Agraria e un lavoro da impiegato in uno studio notarile catanese – ha deciso di riappropriarsi del suo tempo intraprendendo il viaggio on the road, trascorso per buona parte in compagnia della moglie, Venera Russo, rientrata da qualche giorno in Sicilia per stare con le figlie di 18 e 25 anni.
E dopo aver varcato la frontiera per il Kazakistan con l’intento di raggiungere la Russia e spingersi fino alla capitale della Mongolia, si può dire che il giro del mondo di Sebastiano Coco è a buon punto. Anche se nella sua agenda ci sono ancora diverse tappe, tra cui Giappone, Corea e Australia. «Ho da sempre la passione per le due ruote – racconta durante una pausa – per questo da ragazzo, non appena ne ho avuto la possibilità, ho comprato da un parente un vespino con cui ho iniziato le mie prime esperienze». Oggi percorre un chilometro dopo l’altro in sella alla sua Bmw 1200 ads adventure, con cui affronta momenti allegri – come l’incontro con due motociclisti inglesi in viaggio verso la Cambogia – e momenti più difficili. Uno su tutti il passaggio dalla Turchia proprio nei giorni del tentato golpe. «Abbiamo attraversato tutto il Paese senza fermarci mai – spiega ricordando quei momenti – perché l’aria era molto pesante e volevamo uscirne al più presto».
Imprevisti a parte, però, tutti i posti visitati fino a oggi sono risultati sempre «molto toccanti e pieni di qualità da offrire». Con difficoltà il centauro sceglie tra i suoi preferiti l’Iran. «Lì la gente è straordinaria, mi hanno invitato nelle loro case offrendomi pranzo e cena, mi chiamavano “fratello”. È il posto più bello che esista al mondo per l’affetto, la cordialità e la gioia nel mettere a proprio agio lo straniero». Una terra in cui «non esistono differenze date dal colore della pelle, anzi il forestiero è un uomo da rispettare e accudire». Proprio come hanno fatto con lui, accompagnandolo e guidandolo per alcuni tratti a piedi, con la macchina o con il motorino.
«Ci abbiamo lasciato un pezzo di cuore», dice riferendosi anche alla moglie che, sposando Sebastiano, ha sposato anche la sua passione per le moto, acquisendola e scegliendo di seguirlo in questo avventuroso percorso. «Non è facile viaggiare come passeggero per undicimila chilometri – dichiara Coco – e posso affermare che, se c’è un’eroina in questo viaggio, è proprio mia moglie». E le figlie? «Sarebbe un sogno portare anche loro un giorno. Anche se è difficile organizzarsi tra i mille impegni, lasciamo sempre una porta aperta».