Dal primo aprile Perugia tornerà la capitale mondiale del giornalismo. Tantissimi eventi, con leggende di questo mestiere, come il premio Pulitzer 1970, ma spazio anche per i giovani. Ne parliamo con Arianna Ciccone, organizzatrice dellevento
Da Seymour Hersh a Step1, che Festival!
Lectio magistralis, proiezioni, interviste, mostre… Per cinque giorni – dall’1 al 5 aprile – Perugia si trasformerà nella capitale mondiale del giornalismo. La città umbra ospita infatti la terza edizione del Festival internazionale del giornalismo, raccogliendo tra le piazze Italia e IV novembre e lungo corso Vannucci i migliori professionisti di questo settore invitati a far conoscere i loro segreti, a raccontare le loro storie.
Il Festival sarà inaugurato da Enzo Iacopino, segretario dell’Ordine dei giornalisti, Maurizio Oliviero (docente dell’Università perugina) e Silvano Rometti (assessore regionale ai Beni e attività culturali). A seguire, una fittissima serie di incontri (l’attualità di Aldo Moro giornalista), lectio magistralis (Giornalismo, poteri e responsabilità, a cura del diplomatico, giornalista e professore Sergio Romano), open session della City University School of Journalism di Londra, presentazioni di libri (I cinesi non muoiono mai, di Raffaele Oriani e Riccardo Staglianò). Cinque giorni intensi, dunque, per conoscere chi questo mestiere lo fa ogni giorno, ai più alti livelli.
Le novità della terza edizione di questa kermesse le chiediamo ad Arianna Ciccone, instancabile organizzatrice dell’evento. «Quest’anno ci saranno alcune novità, come i seminari sul fotogiornalismo e il rapporto tra comunicazione e ambiente, le serate teatrali e le proiezioni di documentari in collaborazione con l’associazione ‘Ilaria Alpi’ e Libera informazione».
Se l’anno scorso l’appuntamento imperdibile è stata la lezione tenuta da Carl Bernstein (che con Bob Woodward seguì la celeberrima inchiesta sul caso Watergate), questa edizione non sarà da meno: «la seconda lectio sarà tenuta da Seymour Hersh, giornalista del New Yorker, premio Pulitzer nel 1970. E’ stato il primo a svelare al mondo le torture che avvennero nel carcere di Abu Ghraib». Uno dei più grandi giornalisti investigativi ancora in attività (Bernstein infatti si è da tempo ritirato) che parlerà di un tema scottante: Bush, l’attacco alla Costituzione americana, la complicità dei media.
A Perugia, tra i giornalisti del Financial Times, l’Espresso, El Pais, ci saranno anche due inviate di Step1. Il magazine è stato, infatti, invitato per il secondo anno consecutivo alla tavola rotonda che raccoglierà i giornali universitari italiani. A parlare di come i giovani redattori “movimentano” le rispettive città e atenei ci saranno anche i colleghi già incontrati l’anno passato di Acido Politico (Milano), Inchiostro (Pavia), L’Universo (Lugano) e La Locomotiva (Perugia), oltre ai “nuovi arrivati” di Energie9 (Roma), Il Tascapane (Ferrara), L’UniversitArea (Firenze), Minerva (Napoli) e Orizzonte Statale (Milano).
Quale sia il senso di questa particolare sezione lo spiega con entusiasmo Arianna: «E’ un Festival che nasce dal basso, quindi è sacrosanto che ci siano anche i giovanissimi. È da voi che si devono prendere i nuovi spunti, le idee di chi farà questo mestiere nel futuro».
Per fortuna c’è ancora qualcuno che su queste esperienze di formazione sul campo, di didattica applicata, ci crede ancora.