“Con la crisi, centri sociali sotto tiro”

Il decreto è soltanto una giustificazione. In verità realtà come la nostra sono state screditate solo per motivi politici. La pensano così i ragazzi del CPO Experia riguardo all’iniziativa del deputato regionale Salvo Pogliese, che, sulla base di un provvedimento del 1986, ha chiesto lo sgombero dei locali di Via Plebiscito e la consegna della struttura all’Ersu (Ente regionale per il diritto allo studio universitario).

La storia del nucleo fondatore del Centro popolare inizia diciassette anni fa. Nel 1987 la prima occupazione, fallita, proprio nell’attuale sede dell’Experia, all’epoca totalmente inutilizzata. Poi, i tentativi di insediarsi in altre sedi, come quella del Guernica, nei pressi di Corso Italia, stabile destinato all’ASL ma attualmente abbandonato, o una villa privata al viale Mario Rapisardi, ora sala ricevimenti. Infine, il ritorno, dal 1992, in via Plebliscito. L’ultimo, importante, capitolo del rapporto tra i giovani del centro sociale e la città è stata la recente manifestazione in Piazza Università per rispondere alle accuse di alcuni dirigenti di Azione Giovani e Alleanza Nazionale.

Abbiamo chiesto a Luigi Marino, uno degli occupanti storici dell’Experia, e ad altri giovani gestori del CPO il loro parere sulla questione sollevata da Salvo Pogliese ma non solo.

Luigi, iniziamo dalla manifestazione del 28 febbraio in cui siete scesi in piazza per far vedere chi sono “quelli dell’Experia”. Soddisfatti?

La manifestazione è andata molto bene. In primo luogo perché è stata molto partecipata. Infatti non c’è stata solo la presenza degli abituali frequentatori dell’Experia, ma anche di molte altre persone, che si sono fermate e a domandarsi che cosa si fa e cosa succede all’interno del centro popolare. L’incontro è stato anche accompagnato dal contenuto politico e quindi anche dalle realtà simili a noi, come il Gapa e l’Iqbal Masih, oltre che dai nostri interventi. Nel complesso nel mostrare le attività e nel denunciare la mancanza di centri per l’aggregazione popolare possiamo dire che il bilancio di quella giornata può considerarsi positivo.

Come commentate le scritte razziste con tanto di simboli nazisti e fascisti che sono apparse all’ingresso del CPO Experia all’indomani della manifestazione?

Si tratta di un gesto ridicolo da parte di chi non ha altri mezzi per farsi sentire in questa città. A nostro parere questo è un segno che viene dall’intero gruppo politico legato alla destra catanese. Evidentemente brucia molto il fatto che esistano degli esempi di aggregazione positiva come il nostro centro.

Come rispondete alle ultime dichiarazioni di Salvo Pogliese a proposito dello sgombero dei centri sociali occupati? Eravate a conoscenza del fatto che si era parlato di una probabile destinazione della struttura che occupate all’Ersu?

Il fatto che si venga a tirare fuori l’esigenza di consegnare i locali del CPO Experia all’ERSU, o comunque a qualcosa che sarà destinata all’università, ci sembra assurdo. In questo momento i partiti legati alla destra sono i primi responsabili dei tagli all’istruzione e dei fondi destinati all’università. Sappiamo che già solo in Sicilia saranno previsti circa tremila precari nell’ambito dell’istruzione. Crediamo che il signor Pogliese in realtà abbia un problema politico con noi, in quanto in passato, attraverso il nostro modo di fare politica, abbiamo contestato molte decisioni che ci sono parse quantomeno discutibili e che sono state portate avanti proprio dalla sua parte politica.

Nel momento economico particolare che sta vivendo la città di Catania, è stato detto più volte che il vostro centro è uno spreco e che ristrutturare una struttura gestita male è molto costoso.

La nostra presenza dentro l’edificio è servita a recuperarlo. Pensiamo all’inchiesta di Report: le scuole, proprietà comunali sono site in stabili lasciati ad un degrado incredibile ed impensabile. L’amministrazione abbandona intere costruzioni, e strumentalizza il nostro CPO. Stancanelli ha detto che nel video di Report non si vede la vera Catania: siamo d’accordo. A Catania le cose stanno peggio.

Credete che la situazione che in questo momento sta vivendo il CPO Experia sia soltanto qualcosa legata al territorio, o a vostro avviso c’è di più?

In questo momento crediamo che la campagna contro i centri sociali non sia fatta solo dai vari Pogliese e Bellavia, e quindi soltanto a livello locale. Pensiamo invece che si tratti di qualcosa che sta avvenendo soprattutto a livello nazionale. Questa campagna anti-centri sociali viene in un momento molto particolare, in cui vi è una tensione sociale altissima, poiché, come si è detto, il governo attuale lascia presagire la perdita di migliaia di posti di lavoro, casse integrazioni e licenziamenti. In momenti come questo è molto facile crearsi dei falsi nemici, che ora possono essere i centri sociali, in un altro momento ad esempio potrebbero essere gli immigrati. Noi pensiamo che allo stato attuale delle cose il nostro governo dovrebbe avere altri problemi più importanti da risolvere.

Cosa potrebbero fare tutti i bambini e gli extra-comunitari del quartiere che quasi ogni giorno vengono a trascorrere del tempo al CPO Experia nel caso in cui questo un giorno non esistesse più?

Questo è un quartiere dove non esistono servizi sociali, dove moltissime famiglie non hanno potuto far fronte all’aumento degli affitti. Ciò è dovuto alla trasformazione di questo sobborgo, che è ormai diventato abitato in prevalenza da universitari fuorisede. Quindi se c’è stata una riqualificazione del quartiere sicuramente questa non è avvenuta a favore delle famiglie disagiate che lo abitano. In questo momento l’Experia è l’unico riferimento di aggregazione sociale e popolare della zona. Disastri da queste parti ce ne sono tanti, ma di sicuro noi non ne facciamo parte, anzi.

Il 14 marzo scorso avete manifestato sotto la sede del quotidiano “La Sicilia”, annunciando una querela per diffamazione a mezzo stampa contro un gruppo di politici catanesi tra i quali Manlio Messina, presidente della Commissione politiche giovanili del Comune di Catania, e il consigliere comunale Giacomo Bellavia, entrambi di AN.

Abbiamo intenzione di continuare pubblicamente la questione, entrando nel merito sia della diffamazione, sia di quello che sta succedendo in città. Dimostreremo, in termini pratici, quanto ciò che è stato detto sia lontano dal vero, aiutati dalle numerose realtà simili alla nostra che ci supportano. E’ assurdo che ci si permetta di dire che noi favoriamo l’uso di sostanze stupefacenti e perpetriamo una cultura della violenza.

Cultura della violenza. Le ultime dichiarazioni dell’On. Pogliese fanno esplicito riferimento a fatti documentati che avrebbero visto gli occupanti dell’Experia direttamente coinvolti. La vostra risposta?

Era il 1994, e basta controllare i documenti per sapere come le cose sono realmente andate. Il procedimento s’è concluso con l’assoluzione di tutti i ragazzi coinvolti, tranne due, per problemi meramente tecnici. E’ stato uno di quei casi in cui il pm ha proposto l’assoluzione piena, ma si è condannati alla semplice corresponsione delle spese legali. E’ vero, c’è stata una colluttazione nei pressi del liceo “Spedalieri”: quindici ragazzi del Fronte della Gioventù stavano attacchinando, in maniera certamente non pacifica, altrimenti, sarebbero stati in tre, in pieno giorno, e non più di una dozzina, nel mezzo della notte, e c’è stata una rissa. Poi, su questo, s’è montato un caso politico.


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