Via Sardegna: crolla il soffitto, casa inagibile «Consiglio? Scassinate un alloggio popolare»

«Il signor Carmelo Finocchiaro vive con soli 700 euro al mese di pensione di invalidità, dovuti a un trapianto di cuore che ha subito. Da quando si è verificato il distacco di parte del tetto della sua casa in via Sardegna, edificio dichiarato inagibile dai vigili del fuoco, il signor Finocchiaro e la sua famiglia vivono, come disposto dagli assistenti sociali, in un b&b. Almeno fino a oggi. E dopo?». A raccontare questa storia è l’avvocata Nancy Leotta, legale dell’uomo, alla ricerca di un aiuto concreto per il suo assistito. Finocchiaro viveva in un appartamento pagando 200 euro al mese, un prezzo concordato con la padrona di casa «viste le sue condizioni di salute».

L’immobile, però, aveva bisogno di manutenzione, e i soldi per farla non c’erano. Così «domenica scorsa crolla il soffitto – prosegue l’avvocata – e gli uomini del 115 dichiarano la casa inagibile. L’amministrazione gli dà la possibilità di vivere in un bed and breakfast di via Etnea: una sola stanza, in cui abitano cinque persone. Delle quali tre minori». Una famiglia intera in una situazione drammatica, che potrebbe peggiorare a partire da oggi che è l’ultimo giorno di permanenza nella struttura turistica. «Non sappiamo chi pagherà il b&b per il tempo in cui i signori ci hanno vissuto – continua Leotta – E poi: dove andranno a finire queste persone? La famiglia Finocchiaro è in lista da quattro anni per un alloggio popolare».

Gli uffici dei Servizi sociali del Comune di Catania avrebbero detto «che loro sono terzi in graduatoria, ma che non ci sono alloggi disponibili. E che forse qualcosa si sbloccherà alla fine del 2017. Nel frattempo dove vanno? Stiamo andando in procura – conclude Nancy Leotta – per dimostrare che il signor Finocchiaro è un uomo onesto: ci hanno detto, non diciamo chi, di scassinare una casa popolare e occuparla. Il mio cliente è povero, ma non ha mai commesso alcun reato». Carmelo Finocchiaro, dal canto suo, si definisce una «vittima del sistema». E della sordità delle istituzioni: «Sono andato dal sindaco Enzo Bianco e i componenti della segreteria mi hanno sbattuto la porta in faccia. Chiedo da due anni di essere ricevuto, ma nulla», aggiunge.

«A causa delle mie condizioni di salute – conclude l’uomo – ho bisogno di determinate condizioni per vivere, anche solo per evitare che si sviluppino infezioni». E sua moglie, accanto a lui, gli dà manforte. «Non si può vivere in cinque in una stanza – sostiene Annalisa Ferrigno – I bambini sono traumatizzati, ne stanno soffrendo. Non chiediamo il lusso, chiediamo dignità. La casa precedente è inagibile, come possiamo ottenere un alloggio di emergenza?». Abbiamo provato a contattare l’assessore ai Servizi Sociali del Comune di Catania Angelo Villari, ma non siamo riusciti a ottenere una sua replica in tempo utile per la pubblicazione di questo articolo.


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