Il rapporto annuo di Legambiente - in collaborazione con l'istituto di ricerche Ambiente Italia e il Sole 24 ore - fotografa la vivibilità dei capoluoghi del Belpaese. Delle 104 città prese in esame dagli esperti, quella etnea è al 97esima in classifica. A penalizzarla la situazione del sistema fognario e della raccolta dell'immondizia
Ecosistema urbano, Catania in fondo alla classifica Città invivibile per rifiuti, fogne e trasporto pubblico
Non ha la capacità di depurare le acque, poco meno della metà della popolazione non è servita dalla rete fognaria ed è una delle città italiane che produce più rifiuti e ne differenzia meno. Ma ancora, i trasporti pubblici non riescono a garantire un buon numero di spostamenti all’anno per cui si registra un elevata incidenza di spostamenti su mezzi privati, facendo impennare così il tasso di motorizzazione. Che fa da contraltare alle isole pedonali ancora scarse e alle piste ciclabili poco significative. Discreto successo per la presenza di aree verdi. È questo lo scenario che emerge dall’ultimo rapporto Legambiente Ecosistema urbano per quanto riguarda la città di Catania, nonostante una piccola risalita in graduatoria rispetto al 2015. Nella lista aggiornata stilata dagli esperti su un totale di 104 capoluoghi di provincia, il capoluogo etneo è quasi in fondo, alla 97esima posizione.
«La città continua a fermarsi nei bassifondi della classifica con pochi progressi rispetto alle rilevazioni effettuate negli anni precedenti», dichiara a MeridioNews il presidente di Legambiente catanese Renato De Pietro. «Alcuni parametri presi in considerazione, poi, risultano particolarmente preoccupanti», continua. Tra questi, l’attenzione è al sistema fognario nelle declinazioni di depurazione delle acque reflue, allaccio delle abitazioni alla rete e perdite all’acquedotto. «Catania è in fondo perché solo il 56 per cento dei cittadini è servito dalla depurazione e le perdite acquedottistiche sono al 33,4 per cento», riporta De Pietro. A impensierire gli attivisti anche i trasporti. «Ci sono 68 automobili ogni 100 catanesi e circa il 60 per cento si sposta con macchine e scooter privati perché il pubblico non arriva ai 50 viaggi annui», prosegue. Tra i più basso d’Italia i dati relativi alla frequenza di incidenti stradali.
«A non risultare ancora incisive sono le isole pedonali e la ciclomobilità perché a ogni abitante corrisponde un’isola pedonale di 16 centimetri quadrati, con una pista ciclabile di soli 12 chilometri», aggiunge De Pietro. «Considerando che in quel conteggio complessivo rientrano pure i piccoli tratti slegati da tutto il resto della ciclabile, come ad esempio i pezzettini nei pressi di corso Sicilia», sottolinea. Salvo precisare che «qualche passo in avanti da parte dell’amministrazione comunque è stato fatto». Direzione che «sarebbe da perseguire con l’implementazione della metropolitana, ad esempio», precisa De Pietro.
Che definisce «gravissima» la situazione dei rifiuti. «Circa 680 chilogrammi di spazzatura all’anno a persona sono una cifra enorme che non si capisce da dove arrivi considerato l’avvio della raccolta porta a porta», dice il presidente di Legambiente etnea. «Evidentemente questo metodo non ha ancora inciso e vogliamo capirci qualcosa in più. Per questo – aggiunge – faremo degli approfondimenti».