Calcio Catania, Lo Monaco difende mister Rigoli «Lui è e sarà allenatore fino a fine campionato»

L’amministratore delegato del Calcio Catania Pietro Lo Monaco torna a parlare e, come spesso accade, con fermezza e decisione replica alle insoddisfazioni e ai mugugni che la tifoseria e il pubblico dello stadio Angelo Massimino stanno riservando in questi giorni al tecnico etneo Pino Rigoli. Da diverse settimane, infatti, sulle curve sono apparsi striscioni ironici volti a manifestare il dissenso nei confronti di un allenatore le cui vittorie sembrano legate più al fato che al bel gioco. Nell’ultimo match casalingo – che ha visto il Catania vincere contro la Vibonese – nonostante i tre punti ottenuti, il pubblico del Massimino non ha perso occasione per esprimere la propria insofferenza. «A proposito di treni, un biglietto per Rigoli», recitava uno striscione. «In casa leoni e vincenti… In trasferta inetti e perdenti! Sveglia», c’era scritto su un altro.

I supporter rossazzurri temono che Pino Rigoli non sia il tecnico giusto per la squadra, accusando il coach di origini messinesi di essere troppo remissivo, con poche idee e per nulla spregiudicato, atteggiamenti che in diverse gare si sarebbero rivisti sui giocatori in campo. Come nel caso dell’ultima trasferta a Francavilla dove il Catania è capitolato nonostante la superiorità numerica. «Gli striscioni visti domenica contro la Vibonese hanno fatto male ai ragazzi che sono scesi in campo impauriti – sostiene Pietro Lo Monaco – Durante l’intervallo sono sceso negli spogliatoi per incoraggiare la squadra, che ha infatti disputato il secondo tempo con un piglio diverso».

Sull’assenza del bel gioco e i risultati discontinui in trasferta Lo Monaco sottolinea: «Dobbiamo fare meglio dal punto di vista del gioco, ma il pubblico deve capire che i campionati non si vincono per il semplice fatto che ti chiami Lecce, Foggia o Catania, ma la Lega Pro è dura. Basta pensare a da quante stagioni proprio il Foggia, che pure è una squadra ritenuta all’altezza, resta in Lega Pro». Ed è proprio sul concetto di categoria che il dirigente etneo prosegue: «Mi piacerebbe che si andasse tutti in sartoria a vestire i panni della Lega Pro, dimenticando che in queste categorie c’è da sudare e lottare e non sempre si può ricercare il bel gioco come spesso accadeva in serie A».

Sul malcontento generale che aleggia intorno all’allenatore, il direttore replica deciso: «Rigoli è e sarà il tecnico del Catania fino a fine stagione, bisogna che i tifosi se ne facciano una ragione. Il fatto che Pino Rigoli non abbia un background molto blasonato non significa che non sia all’altezza della situazione». Infine, una battuta sul prossimo calciomercato, quello di gennaio: «Rinforzeremo l’attacco, servirà un centravanti prolifico, che veda spesso la porta. Ma non intendo acquistare più di due o tre giocatori». Del resto, dovrebbero bastare le forze interne. Come quella del gioiello di casa, Andrea Di Grazia: «Bisogna che torni con i piedi per terra, è un patrimonio del Catania. Ma molti annusano che possa essere una fonte di ricchezza e lo stanno destabilizzando».


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