Largo Paisiello riapre alla città dopo il degrado «Prima imbiancato, poi lavoro con street artist»

«Non è stato facile: siamo professionisti nella creazione di eventi, ma ci è voluto comunque un anno per organizzare questi due giorni di Pop up market in largo Paisiello. Credo che lo sforzo varrà la pena». A parlare della sua ultima iniziativa è Sarah Spampinato, da ormai tre anni promotrice del mercato itinerante per le vie cittadine. E il Pop up market Sicily di oggi e domani ricalcherà la formula delle scorse edizioni. Ci sarà come sempre il bazar a cielo aperto, con prodotti fatti a mano e vintage, stand dedicati all’arte e al design, e musica. «Nel corso della domenica ci sarà anche una visita guidata del centro cittadino e un mercatino tenuto dai bambini. E potremmo anche avere una visita per una esibizione da parte degli skater che animano solitamente lo Squibb, come è nota da sempre l’area tra i ragazzi», spiega Sarah Spampinato. Si tratta del primo evento nell’area «da decenni», ed è in netto contrasto con quanto è largo Paisiello nella realtà di ogni giorno: inserito tra la principale arteria cittadina e il giardino Bellini, ma pieno di scritte di ogni genere, sporco, riparo notturno per senza tetto e persino bagno all’aperto.

«Largo Paisiello è come una periferia degradata in pieno centro. Ma è anche una terrazza sulla città, un luogo turistico, con una vista bellissima sulla chiesa del Carmine. Per questo vorremmo riprendere definitivamente la situazione, ripartendo dal Pop Up Market». Per Domenico Ferraguto, commerciante e promotore del Ccn (Centro commerciale naturale) di via Etnea – che ha supportato l’iniziativa insieme a FacciAmo centro -, parlare del grande slargo abbandonato nel cuore cittadino, significa rievocare tanti tentativi andati a vuoto per recuperare l’area. «Abbiamo elaborato tante proposte negli anni con i cittadini residenti e i commercianti. Ma ci siamo sempre fermati davanti alla burocrazia. Pochi anni fa avevamo in progetto di mettere anche delle telecamere», spiega il promotore del Ccn via Etnea. L’area, che è privata, è stata peraltro «per anni data in gestione al Comune, ma non si può consentire a tutti quelli che passano, compresi i turisti, di tapparsi il naso», precisa Ferraguto.

«Capita spessissimo di trovare in cima alla scalinata di largo Paisiello un turista che chiede indicazioni. E puntualmente li devo avvertire che potrebbero trovarsi in mezzo a un bagno pubblico all’aperto», racconta Patrizia Maltese, giornalista e residente della zona. Anche Maltese negli anni ha fatto parte dei comitati cittadini per il recupero. «L’ultima proposta è partita quando ancora ero nei Comunisti italiani: abbiamo coinvolto alcuni studenti e giovani docenti dell’Accademia di belle arti, avevamo previsto spazi artigianali, mostre e piccoli defilet di moda. Inoltre – prosegue Maltese – era previsto il ripristino della grande fontana monumentale, riportandola alla bellezza di quando ero bambina, con i colori cangianti. Abbiamo subito coinvolto l’amministrazione comunale guidata da Enzo Bianco, già agli inizi del 2014, parlandone con l’assessore al Decoro urbano Salvo Di Salvo. Ma – conclude Maltese -, tutto si è arenato, ed è un peccato perché l’unico argine per il vandalismo è ravvivarlo».

«Purtroppo – prosegue Spampinato – so ormai per esperienza che è difficile organizzare un evento come Pop up market. La scorsa settimana alcuni venditori in piazza Carlo Alberto mi hanno anche personalmente insultata a più riprese», spiega Spampinato, riferendosi all’evento Popup food market tenutosi giorno 3 e 4 dicembre nella storica piazza della Fera o’ luni. «Dall’esterno non ci si rende conto di quanti sforzi servano. Abbiamo iniziato un anno fa, io e i miei collaboratori, a contattare Comune, residenti e proprietari dell’area. Ricevendo inizialmente tante risposte negative e porte chiuse. Con la perseveranza – prosegue Spampinato – abbiamo ottenuto dall’amministrazione la pulizia straordinaria e la disinfestazione dell’area pubblica, ovvero la fontana monumentale realizzata dallo scultore Dino Caruso nel 1956 e la scalinata, utilizzata sia come riparo dai senza tetto che come orinatoio». 

Con i proprietari della parte privata, invece, «abbiamo pensato a una riqualificazione a lungo termine: a gennaio partiranno i lavori per imbiancare lo spiazzale. E stiamo già collaborando con un gruppo di street artist, che si chiama Ritmo, a un crowdfunding per abbellirlo. Quello che ci auguriamo, con tutte le anime che ci hanno aiutato nel fare rete, è che l’area venga usata settimanalmente per altri eventi. Non si può più lasciare abbandonato lo Squibb. E le cose, se c’è sinergia, funzionano anche in contesti difficili», conclude.


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