Alberi capitozzati, protestano gli ambientalisti «Queste potature estreme sono solo dannose»

«Le potature estreme che il Comune di Catania ha operato indistintamente su 220 alberi di tutta la città sono solo dannose. Delle vere e proprie capitozzature». Giuseppe Rannisi, referente per Catania della Lipu, fa da portavoce a una richiesta di incontro rivolta al sindaco di Catania Enzo Bianco da parte di 12 associazioni ambientaliste etnee. Secondo il documento, datato 1 dicembre e protocollato al Comune il 4, «anche motivando la capitozzatura con ragioni di stabilità della pianta, studi botanici dimostrano che è più efficace lasciare almeno il 30 per cento del fogliame». La richiesta non ha però «sortito nessun effetto: il Comune non ci ha contattati e abbiamo deciso di renderla pubblica», spiega Rannisi. Al momento le situazioni più preoccupanti riguardano i «ficus microcarpa della circonvallazione,  che in primavera hanno subito l’asportazione completa del fogliame e di gran parte dei rami primari e secondari. Inoltre da attenzionare sono gli alberi di piazza Bonadies, del corso Indipendenza e del Lungomare, tutti potati da operai della Multiservizi».

Alberi mal germogliati sulla circonvallazione di Catania

La questione della gestione degli alberi non è del resto una novità in città: oltre al clamoroso caso della palma crollata in piazza Cutelli nel 2014, che ha ucciso la 49enne Patrizia Scalora, Rannisi ricorda «i rami e gli alberi caduti in questo periodo, che probabilmente con una migliore gestione sarebbero ancora in piedi ad assicurare un ricambio di anidride carbonica». Secondo il documento «tenere parte della chioma, avrebbe consentito l’ombreggiamento dei rami rimasti ed evitato il riscoppio vegetativo dei rami così invece esposti al sole. Il risultato è lo sviluppo disordinato di una quantità enorme di gemme dormienti che producono rametti deboli. Questi rami richiederanno interventi più frequenti di quelli che si potevano effettuare con una potatura mirata e molto più leggera». 

«Il problema fondamentale – aggiunge Rannisi -, è che se l’amministrazione ritiene che sono interventi per motivi di sicurezza e stabilità, devono motivarli con una attestazione tecnica di qualche tipo. Gli alberi dovrebbero essere valutati caso per caso, ognuno ha sua conformazione e struttura dei rami, e possono esserci rami che hanno problemi ma ci sono alberi perfettamente sani che vengono comunque trattati». Una posizione ribadita anche dal regolamento del Verde proposto dal Comune – e non attuato – che all’articolo 18 afferma: «È fatto divieto, su tutti gli alberi nel territorio comunale, di eseguire interventi di capitozzatura, ovvero i tagli che interrompono la crescita apicale del fusto e quelli praticati su branche aventi diametro superiore a 25 centimetri o che comportano una drastica riduzione della chioma maggiore del 70 per cento; si può derogare a tale norma per motivi di oggettiva sicurezza ed incolumità dei cittadini».

Al momento le dodici associazioni – Adas Associazione per la Difesa dell’Ambiente e della Salute, Aiab Associazione Italiana Agricoltura Biologica, Ente Fauna Siciliana, Forum per i Beni Comuni e l’Economia Solidale di Catania, Lipu- BirdLife, Mobilità sostenibile Catania, RipuliAMO Catania, Stelle e Ambiente e WWF Sicilia Nord-orientale -, attendono una risposta dal sindaco per una convocazione. «Se questa non dovesse arrivare, dovremo ricorrere alla petizione popolare: nel 2008 abbiamo raccolto oltre 15mila firme per evitare operazioni che avrebbero stravolto il Giardino Bellini. Fino ad allora continueremo a bussare».


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