Santuario Valverde, dissesto statico dopo piogge M5s vuole aprire fondo per lavori, a breve analisi

Problemi ad alcune arcate esterne, alle colonne e a parte delle zone interne del santuario di Santa Maria di Valverde. È per questo motivo che il sindaco della città, Rosario D’Agata, ha intimato alla diocesi di Acireale e alla parrocchia, tramite un’ordinanza sindacale dello scorso 7 febbraio, di intervenire entro 60 giorni da quella data. Le criticità di alcune parti della storica struttura medievale sono evidenti. «Dissesto statico evidenziato da un profondo quadro fessurativo», si legge nel documento del primo cittadino valverdese. L’attuale presa di posizione dell’amministrazione è conseguente a quella di due mesi fa: il 7 dicembre scorso, infatti, il sindaco ha deciso di vietare l’accesso in alcune parti del convento e di recintare i punti interessati per non mettere a rischio l’incolumità pubblica

La struttura ospita i padri agostiniani dal 1694, ma solo da dopo l’Unità d’Italia i sacerdoti ne detengono la custodia esclusiva mentre la proprietà è della diocesi acese, esclusa la piazza del Santuario che ricade sotto la tutela del Comune di Valverde. Don Carmelo Sciuto, responsabile dei Beni culturali della diocesi acese, spiega: «Non si può agire sulle parti che hanno problemi se prima non si effettuano le dovute analisi diagnostiche. Siamo in una fase di concertazione con il Comune e coloro i quali gestiscono l’edificio, ovvero i padri agostiniani». Uno di questi ultimi, il parroco Simon Marcio Nei, racconta a MeridioNews: «Grazie a una ditta e ad alcuni fedeli che ci sono venuti incontro, abbiamo provveduto alle impalcature. Sono qui da un anno – continua -, mi hanno riferito che c’erano già delle lievi criticità. La situazione è andata peggiorando con le piogge dei primi giorni di dicembre». «Siamo disposti a collaborare col sindaco e con la diocesi di Acireale», conclude il sacerdote.

La disponibilità alla collaborazione c’è anche da parte del sindaco Rosario d’Agata: «Ci stiamo muovendo a spese nostre per fare i primi rilevamenti che avvieremo tra qualche giorno. Mi auguro di poter avere l’autorizzazione da parte della diocesi acese per fare le analisi del sottosuolo anche all’interno della struttura». «L’avvocata Rosa Lo Faro del Movimento 5 stelle dice di destinare un fondo al Comune, io preferirei aprire un conto-corrente nei confronti della chiesa», aggiunge il primo cittadino. Il quale fa riferimento a una proposta, presentata in occasione di un flash mob, in testa al quale c’erano proprio gli attivisti del Movimento 5 stelle di Valverde, Lo Faro e Mario Patanè. «Abbiamo optato per l’apertura di un conto corrente o di un libretto postale da destinare al Comune cosicché i cittadini possano partecipare al sostentamento dei lavori per il Santuario tramite versamenti dei quali proporremo come garante il sindaco», dichiara Lo Faro. La pentastellata, insieme agli altri attivisti, ha prodotto anche una nota per la prefetta Silvana Riccio.

Nel documento, però, i componenti del Movimento 5 stelle ipotizzano che la proprietà della struttura sia del ministero dell’Interno. «Non sappiamo se l’ente faccia parte del ministero, in tal caso l’edificio rientrerebbe nel Fondo edifici di culto (Fec, ndr)», dice Lo Faro. Ma dalla prefettura di Catania fanno sapere che «il santuario di Valverde non risulta nel patrimonio del Fec». Dati alla mano, secondo i cittadini, a determinare le attuali condizioni della struttura sarebbe stata «una mancanza di manutenzione del canale di gronda che attraversa la zona. Un fatto che avrebbe potuto comportare il crollo del manto stradale nel 2015, in cui è rimasta coinvolta un’automobile», racconta un residente. Secondo il quale «tutto ciò potrebbe avere favorito gli avvallamenti che ci sono sulla piazza e interessato le criticità di tutto il manto stradale circostante la chiesa».

«Effettivamente alcuni anni fa c’è stato un problema di erosione del canale di gronda ma adesso è tutto riferibile a un probabile scavernamento – replica il primo cittadino D’Agata – Prima di fare affermazioni ci affideremo alle analisi dei tecnici». Ai tanti che dicono che le analisi sul territorio avrebbero dovuto svolgersi prima, D’Agata risponde: «Abbiamo più volte cercato di coinvolgere la Regione, ma a Palermo non hanno mai trovato una copertura economica per gli interventi. Ringrazio la protezione civile per quanto fatto, da oggi provvederemo a nostre spese».


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