Pozzillo, avviata la mappatura eternit agli ex stabilimenti «Con fondi comunali ma servono contributi da Regione»

«Dopo l’abbattimento dell’ecomostro abbiamo raggiunto un altro risultato importante per tutta la comunità». Sono queste le parole del sindaco di Acireale Roberto Barbagallo che ha dato il via al primo passo verso lo smaltimento dell’amianto nell’ex stabilimento delle acque minerali Pozzillo, nell’omonima frazione acese. All’appuntamento odierno c’erano gli uomini della guardia di finanza e quelli della ditta incaricata della bonifica, la Ambiente e sicurezza srl. La struttura, un grigio mostro ecologico di eternit e cemento armato, si staglia violentemente nel borgo, sprigionando particelle ritenute tossiche e determinando un potenziale rischio per la salute dei residenti.

«Tolti i sigilli, possiamo fare una una valutazione del materiale da rimuovere, in modo da ottimizzare gli interventi con criteri logici. Abbiamo constatato che la situazione è molto variegata», afferma il geologo Maurizio D’Angelo, esperto della Ambiente e sicurezza srl. Con tanto di tuta anti-amianto e caschetto, il primo cittadino Barbagallo e i professionisti hanno fatto il loro ingresso all’interno del sito, avviando la procedura per la mappatura dell’area. 

Le lastre di eternit sono sparse per tutto lo stabilimento: alcune fanno da copertura, altre sono addirittura riversate sul pavimento o in mezzo al materiale edile abbandonato. Gli ultimi episodi di quella che per anni è stata un’intricata vicenda, vedono l’amministrazione comunale agire contro la Sidoti acque, che detiene una parte dello stabilimento. Gli interventi hanno inizio nel 2013, con l’amministrazione di Nino Garozzo, in seguito a un rilevamento di una forte dispersione di particelle di amianto fatto dall’Asp

La Sidoti acque, però, non sarebbe mai stata intenzionata a intervenire né durante la sindacatura Garozzo né sotto l’attuale amministrazione Barbagallo. La società, piuttosto che portare avanti l’opera di bonifica intimata dal Comune, in questi anni si è appellata al Tribunale amministrativo regionale e al Consiglio di giustizia amministrativa, sottraendosi a qualsiasi tipo di intervento. Questo ha spinto l’amministrazione Barbagallo a denunciare la società per reato ambientale. Adesso la Sidoti acque è stata rinviata giudizio in un processo che vede il Comune di Acireale parte civile.

«Quello di oggi è un giorno significativo dopo anni in cui questa storia assumeva pieghe complicate», dice l’attuale consigliere di opposizione Rito Greco, che dal 2010 ha fatto luce sulla questione insieme all’allora parroco della comunità pozzillese don Giuseppe Cicala. Nel 2010 il parroco ha dato risonanza al problema dell’ecomostro con un manifesto in cui mostrava indignazione a nome di tutta la comunità. «Nonostante io sia all’opposizione, ho votato affinché questa voce venisse messa in bilancio per poter iniziare il prima possibile con la bonifica». L’amministrazione ha previsto un costo di 700mila euro per dare avvio alle prime fasi, sperando anche in un contributo della Regione.

«L’intervento della Regione per questo tipo di opere è fondamentale. L’amministrazione può dare il suo contributo, ma i fondi regionali sono l’unica soluzione per far sì che avvenga la bonifica», queste le parole dell’onorevole regionale Nicola D’Agostino, presente all’evento. Il quale afferma che «è necessario stabilire un fondo di rotazione, in modo da sostenere i Comuni nell’opera di smaltimento e bonifica dell’eternit». «Le linee guida ci sono e sono quelle della legge 10 del 2014, che però nel frattempo è cambiata. Spero che nei prossimi mesi si potrà intervenire sulla questione», aggiunge. Intanto in Sicilia l’amianto sembra prendere più piede e la politica non riesce nella pratica di smaltimento del materiale tossico.

L’eternit, infatti, continuerebbe a non risparmiare Acireale, nonostante il grande passo in avanti segnato dalla mappatura dello stabilimento Pozzillo. Continuano a essere presenti, seppure isolate, le discariche a cielo aperto a Balatelle e Santa Maria La Scala. Nelle due frazioni, nelle ultime settimane, hanno rilevato la presenza di alcune lastre di eternit disfatte. «L’opera che è stata fatta oggi è significativa e da lodare sicuramente. Ma il problema amianto rimane – commenta l’onorevole pentastellata Angela Foti – L’amministrazione non può pretendere dei fondi se non prima presenta un piano comunale amianto che ancora non esiste».

«Abbiamo un piano comunale, abbiamo anche la mappatura. Siamo in attesa di apprendere gli aggiornamenti per poi approvarlo perché la normativa è cambiata», dice Barbagallo. Il sindaco si concentra sulla situazione attuale, affermando che molti cittadini hanno denunciato la presenza di amianto: prassi fondamentale per attuare un censimento dell’eternit presente sul territorio. «Abbiamo fatto gli accertamenti e la mappatura, in più ci sono arrivate molte denunce da parte dei cittadini che si sono anche autodenunciati», dichiara. Ritornando sull’opera di bonifica dello stabilimento evidenzia come i fondi comunali non siano necessari per la completa bonifica: «Le risorse che abbiamo messo in bilancio non bastano per completare l’opera. Se la Regione Siciliana o il ministero ci sosterranno, speriamo di completare l’opera nel più breve tempo possibile».


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