Enzo Bianco, in Consiglio una relazione di 22 pagine «Ho inteso il mio ruolo come leader della comunità»

«Ho voluto intendere il mio ruolo non solo come il capo dell’amministrazione comunale, ma come primo cittadino, come leader di una comunità». Inizierà così il discorso del sindaco Enzo Bianco in Consiglio comunale, il prossimo 7 marzo, dopo la richiesta formulata da 23 eletti al senato cittadino, guidati dal vicepresidente vicario Sebastiano Arcidiacono. La relazione, diffusa ai gruppi consiliari, è composta da 22 pagine che ripercorrono i presunti successi della giunta eletta nel 2013, nonostante una situazione «impietosa» che sarebbe stata lasciata in eredità dai precedenti amministratori. «Abbiamo voluto prima di tutto che Catania ricostruisse una reputazione andata perduta», scrive il sindaco. E a testimoniarlo ci sarebbero le visite istituzionali (quelle di Matteo Renzi e quella di domani di Paolo Gentiloni), ma anche i «turisti che affollano le nostre strade e i nostri ristoranti». Arrivati all’ombra dell’Etna anche grazie al «sentiment positivo» sulla città espresso sui social network.

Il sindaco cita brevemente i «dipendenti demotivati», «un numero di dirigenti assolutamente insufficiente», vigili urbani con un’età media «troppo avanzata» e «una sensazione di disorganizzazione consolidata negli ultimi dieci, quindici anni». «Abbiamo ereditato – aggiunge Bianco – un Comune in pre-dissesto finanziario, con un piano di rientro voluto dalla scorsa amministrazione che abbiamo in larga parte confermato, tranne in alcune evidenti storture, ma che rappresenta una seria limitazione allo sviluppo del Comune». Ma, nonostante tutto, «abbiamo avviato un’operazione per recuperare fondi disponibili, superando lo stallo». In totale i soldi recuperati sarebbero un miliardo e 203 milioni di euro. Che deriverebbero, per esempio, dai Patti per Catania e per la Sicilia, oltre che dal bando per le periferie urbane. Nei primi due casi, però, si tratta anche di progetti che risalgono a prima della nuova sindacatura di Bianco. I soldi del bando periferie, invece, saranno erogati a tutti i Comuni che ne hanno fatto richiesta. «Queste risorse permetteranno il recupero di posti di lavoro, almeno cinquemila per quattro anni», afferma il primo cittadino.

Nella sua premessa, il sindaco passa poi in rassegna, tra le cose ereditate, «un contratto per la raccolta dei rifiuti e la pulizia stradale inadeguato». L’inefficiente gestione del servizio della spazzatura a Ipi-Oikos è stata prorogata, più di una volta, dall’amministrazione, nell’attesa di realizzare una gara d’appalto settennale alla quale, nei mesi scorsi, non si è presentata alcuna azienda. Costringendo Palazzo degli elefanti a una procedura negoziata del valore di undici milioni di euro alla quale, come anticipato da MeridioNews oltre un mese fa, ha partecipato solo un raggruppamento temporaneo d’imprese composto da Senesi ed Ecocar.

«Altro elemento, forse il più pesante, l’assenza di regole e l’eccesso di tolleranza verso violazioni e comportamenti anche gravi», dice sempre Bianco. Il riferimento va alla spazzatura buttata a qualunque ora, al parcheggio in doppia e tripla fila, alle bancarelle abusive «senza buon gusto». «Catania è una giungla e la dobbiamo fare diventare un giardino», si legge nella premessa della relazione. Che così chiude il capitolo che riguarda le storture ereditate dal passato e inizia quello sui pericoli «scongiurati» per il futuro. «Inaccettabili speculazioni» come il piano di via Del Rotolo-Lungomare e il parcheggio Sanzio. «L’amministrazione è intervenuta immediatamente e ha bloccato questi due progetti». Lo stop ai lavori in piazzale Sanzio è arrivato dopo un’inchiesta pubblicata da Ctzen, oggi MeridioNews, un esposto dell’associazione Argo e l’interessamento dell’Autorità nazionale anticorruzione.  

«La città ha invertito un declino pericoloso e oggi vede un po’ di lustru», aggiunge. E in mezzo al Lungomare liberato, al Castello Ursino rifiorito con le mostre, all’istituzione del distretto del Sud-est e allo sviluppo del Cunes, il coordinamento delle città siciliane in cui si trova un sito Unesco, trovano spazio il Pua (a proposito del quale è scoppiato lo scandalo dell’intercettazione tra lo stesso Bianco e l’imprenditore indagato Mario Ciancio Sanfilippo) e corso dei Martiri, «depurati da alcune derive cementificatrici e con la garanzia di trasparenza prima che ogni singolo progetto venga approvato». «Ci sono straordinari progetti che cambieranno il volto di Catania», sostiene il primo cittadino guardando al futuro. Dalle nuove fermate dalla metropolitana (con scadenze che arrivano fino al 2022), fino alla rete fognaria, considerando che «scarichiamo l’80 per cento a mare o nel terreno».

In mezzo a tutto questo c’è anche «un grande progetto integrato per le infrastrutture» che avrebbe ricevuto «i complimenti del ministro Graziano Delrio, al quale abbiamo presentato, ricevendo rassicurazioni su finanziamenti e realizzazione, le iniziative che si svilupperanno tra aeroporto (seconda pista e stazione ferroviaria), porto (nuova darsena, riqualificazione diga foranea e adeguamento antisismico di tutte le strutture), nodo ferroviario (interramento raddoppio con il salvataggio del centro storico e linea veloce Giarre-Acireale-Catania) e interporto». «Guardare con ottimismo al futuro è sempre stato nel mio modo di essere – conclude Bianco nella sua premessa – Oggi essere ottimisti diventa un dovere». Nei prossimi 16 mesi, quelli che lo separano dalla chiusura del suo mandato, il sindaco promette: «Non abbiamo voluto fare qualche aggiustamento alla città, ma l’abbiamo voluta e vogliamo cambiarla radicalmente».


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