Caso Girlando, Comune Catania responsabile civile L’ex assessore è accusato di tentata concussione

L’ultima novità nella vicenda giudiziaria che riguarda l’ex assessore al Bilancio Giuseppe Girlando – accusato di tentata concussione – è arrivata nella tarda mattinata di oggi. Il Comune di Catania sarà citato come responsabile civile. A stabilirlo è stata la giudice per l’udienza preliminare Simona Ragazzi, che ha anche ammesso nel procedimento tre parti civili. Si tratta innanzitutto di Gianluca Chirieleson e Maria Cristina Ferranti. Il primo, ex direttore della Simei, è il grande accusatore di Girlando; dalle sue denunce infatti è partita l’inchiesta della procura di Catania sull’ex assessore. La seconda è invece l’ex amministratrice delegata e titolare del 41 per cento delle quote di Simei. Azienda, quest’ultima, che entra nel procedimento come parte civile attraverso il suo curatore fallimentare Gaetano Cocuzza

L’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Fabio Regolo, ha preso il via dopo la denuncia di Chirieleson sullo stallo che attanagliava la Simei, società che gestiva per conto dell’ente l’illuminazione pubblica e che aveva in corso una transazione economica con il Comune di Catania per ricevere pagamenti arretrati per una cifra vicina ai quattro milioni di euro. Soldi che però nelle casse di Simei non sono mai entrati a causa di un lungo periodo di impasse, nonostante la presenza di una delibera, lasciata nei cassetti, per abbattere il debito milionario con tre rate. 

Nel febbraio 2016 l’imprenditore viene convocato nello studio dell’allora titolare al Bilancio per un incontro chiarificatore. Un faccia a faccia che Chirieleson decide di registrare per poi consegnare l’audio agli inquirenti. Parole che finisco nell’informativa dei carabinieri in cui Girlando avrebbe giustificato il dilungarsi dei tempi per i pagamenti a Simei come un modo per punire il consigliere comunale Manlio Messina, amico fraterno di Chirieleison, che proprio in quel periodo stava disturbando l’iter di approvazione della delibera sulla società Sostare, fortemente voluta dall’amministrazione. A questo punto Girlando avrebbe fatto capire, senza giri di parole, che il pagamento alla Simei non si sarebbe sbloccato fino a quando il consigliere non avrebbe smesso di mettersi in mezzo all’operato della giunta. Avvocati e accusa si aggiorneranno durante la prossima udienza, fissata per il 18 aprile.

Sulla vicenda interviene il diretto interessato. «Credo – dichiara all’Ansa Giuseppe Girlando – che far scoppiare il caso utilizzando argomentazioni assolutamente estranee alle vere dinamiche che avevano portato al fallimento della Simei, sia servito a due scopi: creare un distrattore che spostasse su altri, in questo caso sull’amministrazione comunale, le responsabilità del fallimento, e strumentalizzare l’intera vicenda a fini politici». L’ex assessore aggiunge però che il caso è nato da una sua «reazione eccessiva, di cui non posso che scusarmi», e racconta che sentirsi addosso il peso della vicenda «è stato un autentico choc. Umano, prima di tutto». Girlando spiega inoltre che la Simei «si trovava in stato di insolvenza e a un passo dall’essere dichiarata fallita già nel novembre 2015», quando i 51 dipendenti avevano insistito dinnanzi al giudice affinché venisse formalizzata la dichiarazione di fallimento. Secondo il professionista, i ritardi nei pagamenti del Comune sarebbero stati «assolutamente irrilevanti». E che sarebbe stata Enelsole, capogruppo dell’associazione temporanea di imprese di cui faceva parte anche Simei, a ritardare la sottoscrizione dell’accordo tra le parti finalizzato a chiudere la transazione. 


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