Aci Catena, per Maesano c’è giudizio immediato Per procura prove evidenti. Udienza il 7 giugno

L’ex sindaco di Aci Catena Ascenzio Maesano sarà processato con giudizio immediato. A stabilirlo è stato la giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Catania, Anna Maggiore, che ha accolto la richiesta della Procura etnea. L’inchiesta è quella legata al presunto giro di tangenti che avrebbe unito il primo cittadino, e con lui l’ex responsabile dell’ufficio Finanze del Comune catenoto Orazio Barbagallo, a Giovanni Cerami, l’imprenditore dell’Halley consulting, che avrebbe pagato più di una mazzetta per garantire alla ditta il mantenimento del servizio di manutenzione e gestione dei sistemi informatici dell’ente e, al contempo, l’aggiudicazione del progetto di tele-assistenza Home care, un affare dal valore di 252mila euro

Maesano, Barbagallo e Cerami dovranno rispondere di corruzione. Con la gip che ha ricordato come nel caso di Maesano ci sia anche la recidiva infraquinquennale, per una condanna definitiva per calunnia relativa a vicende private. La prima udienza che è stata fissata per il 7 giugno. Gli imputati, dal canto loro, hanno 15 giorni per decidere di proporre il patteggiamento o scegliere il rito abbreviato. La scelta del giudizio immediato, che prevede che si vada direttamente a dibattimento saltando l’udienza preliminare, deriva dalla considerazione per cui le prove a carico dei tre sono evidenti. Il riferimento in questo caso è alla intercettazione ambientale in cui si sentono Maesano e Barbagallo spartirsi una mazzetta da 15mila euro all’interno dell’auto di quest’ultimo. Somma che Cerami avrebbe consegnato nelle mani di Barbagallo, dopo che l’ex responsabile dell’ufficio Finanze aveva avvertito l’imprenditore di «vestirsi leggerissimo». Un’espressione che, secondo gli inquirenti, avrebbe significato l’esigenza di presentarsi senza cellulare per il timore di essere intercettati. Paura che Barbagallo aveva fatto presente anche a Maesano, invitandolo a togliere la batteria dal cellulare prima di procedere alla divisione del denaro. In quell’occasione, però, il primo cittadino aveva risposto: «Questo non ne ha batteria», alludendo probabilmente all’impossibilità di rimuovere la parte dal resto del telefono.

Maesano è stato arrestato il 10 ottobre scorso dagli agenti della Direzione investigativa antimafia, rimanendo in carcere per circa tre settimane. Per poi ottenere i domiciliari, così come Cerami e Barbagallo. Nel caso dell’ex primo cittadino, in un primo momento il gip ha disposto che Maesano poteva tornare a casa a patto di stare lontano dal paese natale. Condizione questa che lo ha portato a stabilire il proprio domicilio nel Comune di Riposto, fino a quando gli è stato concesso di tornare ad Aci Catena. L’ex sindaco, davanti ai magistrati, ha ammesso di aver preso la tangente, non prima di aver tentato di giustificarsi parlando di un vecchio prestito fatto a Barbagallo. L’ex consigliere, dal canto suo, potrebbe aver fatto la cresta alla mazzetta, considerato che Cerami ha dichiarato di aver versato non 15, ma 20mila euro. Totale che si raggiungerebbe considerando una precedente cessione di quattromila euro.

Stando alle indiscrezioni, l’inchiesta della Dia sarebbe partita da un approfondimento investigativo nel settore della gestione dei rifiuti, con Maesano che al momento sarebbe stato soltanto ascoltato come persona informata dei fatti. Soltanto in un secondo momento, gli investigatori si sarebbero imbattuti nell’intercettazione telefonica che coinvolgeva la Halley. L’azienda opera nel Comune di Aci Catena in maniera pressoché ininterrotta dalla metà degli anni Novanta, ottenendo in più di un’occasione con affidamenti diretti

E a proposito della società di informatica, è delle ultime ore la notizia di un nuovo indagato. Si tratta di Sebastiano Valentino, ex responsabile commerciale dell’Halley. Sarebbe lui, secondo Cerami, ad aver fatto da tramite nelle trattative che hanno portato alla tangente. Stando a quanto raccontato dall’imprenditore, Valentino avrebbe in un primo momento comunicato la necessità di pagare la somma di 50mila euro. Cifra considerata però eccessiva dallo stesso Cerami. Raggiunto da MeridioNews, il nuovo indagato – la cui posizione è stata stralciata dalla procura – commenta: «Ho ricevuto la notizia pochi giorni fa e non ho avuto ancora modo di leggere le carte. Con il mio legale cercheremo di capirne di più». 


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