Etna, ancora in eruzione il nuovo cratere sud-est Vietate escursioni in quota, le salinelle in attività

Alle 8.34 di oggi si è risvegliato l’Etna. L’attività stromboliana si è manifestata dal nuovo cratere di sud-est. L’eruzione è iniziata nella serata di ieri, e si è poi gradualmente intensificata, generando una colata lavica sulla sommità del vulcano. Durante le prime ore della mattina si è verificato un trabocco sul versante meridionale del nuovo cratere di sud-est, dove adesso prosegue l’attività stromboliana. I materiali emessi ricadono in prossimità dell’orlo craterico e lungo i fianchi del cono. Questa attività è associata a sporadiche emissioni di cenere

L’attività in vetta è accompagnata da un incremento dell’attività infrasonica e da un aumento dell’ampiezza del tremore vulcanico. «La zona dell’attività stromboliana è la stessa dell’ultima eruzione – affermano dalla sala operativa dell’Ingv di Catania – Nel pomeriggio non ci sono stati mutamenti di sorta rispetto alla prima mattinata». Nessun disagio è stato registrato per l’operatività dell’aeroporto Fontanarossa

Intanto il sindaco di Nicolosi Nino Borzì, recependo l’avviso di preallarme emesso dal dipartimento regionale della protezione civile, ha firmato un’ordinanza che limita l’accesso in quota. In particolare, il primo cittadino ordina che «l’accesso libero è consentito fino a una quota di 2650 metri. Tutti coloro che intendono effettuare singolarmente o in gruppo escursioni oltre 2650 e fino a 2800 metri dovranno essere sempre accompagnati da personale in possesso dei necessari requisiti professionali, mentre è assolutamente vietato accedere oltre quota 2800». «Si dispone – si legge ancora nel provvedimento del sindaco – che le guide alpine e vulcanologiche che operano sull’Etna comunichino immediatamente eventuali variazioni di attività che possono determinare rischi per la pubblica e privata incolumità». 

L’ultima attività stromboliana dell’Etna, avvenuta la sera del 27 febbraio scorso e conclusasi tre giorni dopo, potrebbe aver cambiato la morfologia della vetta. Quell’eruzione avrebbe provocato la formazione di una nuova bocca, sorta sulla ex sella posta fra il vecchio e il nuovo cono del cratere di sud-est. C’è attesa per sapere se la nuova bocca abbia superato in altezza il cratere di nord-est (3.329,6 metri sopra il livello del mare), ottenendo il primato assoluto di nuova cima del vulcano. Bisognerà attendere la misurazione ufficiale per scoprirlo. 

A Paternò, nel frattempo, sono circa una decina le bocche attive delle salinelle. I vulcanetti delle salinelle hanno creato una sorta di lago fangoso che è fuoriuscito dagli argini del serbatoio naturale per riversarsi lungo la strada. Tra i due fenomeni – salinelle e attività vulcanica – potrebbe esserci un collegamento, ma si tratta solo di una ipotesi ancora tutta da verificare. L’unica certezza riguarda i gas che alimentano le salinelle: si troverebbero ad un profondità di oltre dieci chilometri, mentre la camera magmatica da cui trae forza l’attività stromboliana del vulcano si troverebbe ad una profondità inferiore ai dieci chilometri. Non è escluso, quindi, che nel sottosuolo possa esserci un canale di collegamento.


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