Cibali, i palazzi crollati che il Comune vuole vendere Aste deserte e valutazioni milionarie su via Volturno

Un vecchio graffito W la Repubblica sul muro esterno di un complesso comunale mezzo crollato e del tutto abbandonato. È il paradosso di via Volturno, interdetta al traffico veicolare e dei pedoni con una determina firmata dal comandante della polizia municipale Pietro Belfiore il 7 dicembre 2016 e da allora, stando agli atti pubblicati dal Comune di Catania, mai revocata. Il giorno prima, il 6 dicembre, il maltempo aveva fatto crollare una parte dell’immobile più vicino all’incrocio con via Susanna, mettendo in allarme i residenti delle abitazioni lì di fronte. Nel frattempo di pioggia nuova ne è caduta e all’inizio di marzo era stato un balcone sfondato a impensierire i cittadini del quartiere di Cibali: per settimane i detriti sono rimasti per terra, in attesa che l’amministrazione arrivasse almeno a toglierli. «Me lo sono scordata da quanto tempo è in questo stato – dice un’anziana passante – Cu è ‘stu pazzu ca’ si l’avissa accattari?». La domanda – «Chi è il pazzo che lo dovrebbe comprare?» – non è infondata: è almeno dal 2010 che gli immobili dal civico 2 al civico 52 devono essere venduti. La base dalla quale partire, sette anni fa, era un milione e 633mila euro: l’asta è andata deserta. Adesso quegli stessi palazzi tornano nel piano delle alienazioni approvato due giorni fa dal Consiglio comunale etneo. Ma, secondo alcuni, le condizioni strutturali di parte degli edifici ne renderebbero più conveniente l’abbattimento.

«Circa 30 anni fa queste case erano tutte abitate», racconta il consigliere di circoscrizione Santo Arena, che tra quelle case ci è cresciuto. «All’epoca l’amministrazione espropriò le case perché c’erano diversi progetti in ballo: un’area verde, un’ampliamento della scuola vicina, perfino case per giovani coppie». Tutte idee di cui c’è traccia nei vari elenchi dei beni suscettibili di dismissione o alienazione formulati dagli uffici di Palazzo degli elefanti ma che sono rimaste soltanto sulla carta. «In tutto questo tempo, dopo che le persone che vivevano lì sono state trasferite a Librino, le case sono rimaste vuote – continua Arena – Nessuna manutenzione, nessun interesse delle amministrazioni precedenti. Nei fatti, c’è un’area di circa 50 numeri civici completamente abbandonata. E la gente vive nel terrore che possa esserci un crollo che danneggia anche le case lì davanti, che negli anni i cittadini hanno ristrutturato e risistemato con tanti sacrifici». 

Una paura che si è fatta più pressante dopo che, a dicembre dello scorso anno, i calcinacci hanno danneggiato due auto parcheggiate lì sotto proprio nel momento in cui i pezzi del palazzo cadevano sulla strada. «Dopo che l’hanno chiusa, per un periodo ci hanno messo le transenne – prosegue il consigliere di circoscrizione – Ma poi se le portavano». Così sono stati installati dei paletti di ferro, piantati nell’asfalto. Adesso, però, diversi di quelli non ci sono più. «Li hanno rubati», sostiene un cittadino. «Doveva passare un camion e i paletti davano fastidio – interviene una vicina di casa – per questo li hanno tolti. Però forse alla fine se li sono proprio portati». Cosa è rimasto, invece, è un vaso di fiori caduto dal balcone sfondato, con tanto di pianta grassa che continua a crescerci dentro. «Ci sono tante persone che vivono nei paraggi che qualche appartamento di questi lo comprerebbero anche – aggiunge Santo Arena  – Avrebbero manifestato volentieri il loro interesse, se non fosse che a queste condizioni è impossibile».

Nel 2010 tutti i locali tra il 2 e il 52 di via Volturno, 1950 metri quadrati coperti, sono stati messi in vendita: erano, nel complesso, il lotto numero 26 e costavano oltre un milione e mezzo di euro, «con ammissione di sole offerte in aumento rispetto al valore posto a base d’asta». Le proposte per tutto il pacchetto sarebbero dovute arrivare entro il 9 settembre di quell’anno, ma non ne viene formulata nessuna. Poco più di un anno dopo, l’amministrazione comunale ci ritenta: le condizioni sono uguali, ma la base d’asta scende a 1.469.700 euro. «Gli interventi consentiti dovranno avere carattere conservativo e dovranno mantenere le caratteristiche storico-edilizie dell’edificio», si legge nella scheda che all’epoca era stata allegata ai documenti di gara. Nel caso in cui però una cosa simile non fosse possibile, «sarà consentita la demolizione e ricostruzione». A carico sempre dell’eventuale acquirente, che dovrebbe contribuire così a raggiungere l’obiettivo dei 47 milioni di euro di edifici comunali da vendere ai privati entro il 2023, come previsto nella rimodulazione del piano di riequilibrio economico finanziario del Comune.

«Perché non si prova a vendere le case singolarmente? Cosa dobbiamo fare per farci ascoltare? La strada è mezza chiusa, per evitare che cadesse hanno anche tolto un palo dell’illuminazione pubblica, così adesso i cittadini si sono autotassati e hanno messo delle luci proprie – racconta ancora Arena – Il consiglio di circoscrizione ha scritto al sindaco e alla prefetta. Non è un nostro capriccio». Le risposte avute, per lo più in via ufficiosa, parlano di una cronica mancanza di fondi a disposizione. «Per capirci: dicono che non ci sono manco i 30mila euro necessari per abbattere definitivamente il primo palazzo della strada, quello più pericolante – conclude il politico – Io in questa zona ci vivo, i cittadini mi vedono tutti i giorni e sanno che lavoriamo. Ma io sono della maggioranza, e questo mi dispiace. Ho scritto al sindaco su Facebook, ma non mi ha risposto manco lì. Quello che gli vorrei dire è che nel quartiere, a Cibali, delle cose le abbiamo fatte, siamo andati bene, ma con via Volturno stiamo facendo solo una terribile brutta figura. Ce lo possiamo permettere?».


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