Cittadella legalità, dibattito al Duca degli Abruzzi «Ogni giorno si deve scegliere da che parte stare»

Un percorso di educazione alla cittadinanza attiva, solidarietà e legalità grazie al progetto Students Lab. Sono queste le tree linee guida dell’evento denominato Cittadella della legalità, che si colloca nel quadro dell’alternanza scuola-lavoro. A promuovere la manifestazione, che prevede dal 21 al 23 marzo dibattiti e laboratori per coinvolgere i giovani nella realtà che vivono ogni giorno, è Igs srl-Impresa sociale, azienda specializzata nella gestione dei percorso formativi attraverso la metodologia del learning by doing, ovvero imparare attraverso il fare coinvolgendo studenti di istituti diversi. Nel capoluogo etneo la tre giorni prevede tra l’altro visite al centro storico, workshop e un seminario sul tema della legalità in ambito artistico, stradale, del rispetto dei diritti umani e lotta alla mafia. 

A ospitare quest’ultimo evento è stato l’istituto nautico Duca degli Abruzzi con un centinaio di studenti che oggi si sono radunati nei locali dell’aula magna. Con loro c’erano anche i rappresentanti di alcune associazioni cittadine impegnate nel sociale. Da Libera, passando per l’associazione per i consumatori Codici, fino a Obiettivo per la legalità e Talità Kum che opera ogni giorno nel quartiere periferico di Librino. «Delle volte sembra che la legalità debba essere usata soltanto per le ricorrenze ma in realtà tutti noi siamo chiamati ogni giorno a decidere da che parte stare», spiega Manfredi Zammataro alla platea che affolla l’aula. L’avvocato penalista etneo è il segretario regionale dell’associazione Codici: «Noi ci occupiamo di tutelare consumatori e utenti, gli stessi che non possono demandare il rispetto della legge alla sola azione delle forze dell’ordine».

Accanto a Zammataro c’è Renato Camarda, dell’associazione Libera. Agli studenti illustra l’attività portata avanti dall’aggregazione voluta da don Luigi Ciotti nel 1995. Dall’impegno per ricordare le vittime innocenti della mafia fino alla gestione dei beni confiscati a Cosa nostra e all’attività di Libera terra, realtà ormai consolidata per la valorizzazione dei terreni strappati ai clan tramite il lavoro delle cooperative sociali associate. «Produciamo ottimi prodotti e tutta la manodopera è assunta regolarmente», spiega Camarda. Sempre a proposito di bene tolti alle cosche viene citato l’esempio della Geotrans. Il colosso dei trasporti su gomma un tempo gestito da Enzo Ercolano, figlio del defunto capomafia Pippo, e oggi in mano allo Stato. «Stiamo parlando del fratello di Aldo Ercolano, cioè colui che ha ordinato l’uccisione del giornalista Pippo Fava».

Tra i gradoni dell’aula magna del Duca degli Abbruzzi ci sono anche diverse insegnanti, ed è a loro che si rivolge Zammataro citando l’importanza della scuola e dell’istruzione sul tema della legalità. «Rispettare la legge significa non andare a cercare l’amico quando ci rubano il motorino ma scegliere di denunciare alle forze dell’ordine pur con la consapevolezza che difficilmente il mezzo verrà recuperato», spiega il penalista. Durante il dibattito viene proiettato anche Non è andata così, un corto realizzato nel quartiere di Librino nell’ambito del progetto Storie Zerolike. Sullo schermo viene narrata la storia di alcuni ragazzi che rischiano di diventare dei pusher alle dipendenze di Cosa nostra.


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