Acireale, Comune sfratta la società di calcio Il presidente: «Me ne scapperei ‘ppi pazzu»

«Fino ad oggi sono stato io ad assolvere a tutte le spese, adesso mi si contestano delle somme che secondo gli uffici non avremmo pagato». Sono le parole rilasciate a MeridioNews dal presidente dell’Asd Acireale Calcio Nicola D’Amico, la cui storia con la compagine granata sembra ormai agli sgoccioli: «Dire che sono amareggiato è un eufemismo», aggiunge. Subito dopo si lascia andare ad una frase colorita in dialetto: «Mi ni scappassi ‘ppi pazzu».

Lo sfogo del catanese che negli ultimi anni ha guidato la società granata riguarda delle rate che la società non avrebbe pagato al Comune per la locazione dello stadio Tupparello, secondo gli accordi stabiliti in base agli incassi. Il settore Finanze di Acireale avrebbe notificato il debito la scorsa settimana. Debito che ha costretto l’ente comunale a chiudere lo stadio durante le partite casalinghe. La notizia era già stata riportata lo scorso venerdì dal quotidiano La Sicilia che parlava di «sfratto» per un debito che già a dicembre ammontava a 4752 euro. Pendenze, quelle tra l’amministrazione e la società, che sono state spalmate in rate da cinquecento euro mensili.

Sia il segretario generale Alessandro Ragonesi che il presidente D’Amico assicurano che verrà definito tutto. Ma lo stesso D’Amico non si spiega il comportamento assunto dal Comune e parla di situazione creata ad arte: «In questi anni mi sono fatto carico di tutte le spese: dalle docce fino alla manutenzione del campo – afferma – Stanno sollevando una questione perché siamo alla fine della mia esperienza». D’Amico fa riferimento al passaggio societario che ormai sembra sancito. La società, infatti, dovrebbe passare all’ex presidente del Messina Natale Stracuzzi: è di pochi giorni fa l’incontro con il sindaco Roberto Barbagallo. Prossimamente il consiglio direttivo dovrebbe accogliere l’ingresso del nuovo socio e poi definire gli ultimi impegni assunti con l’ormai ex presidente D’Amico. Che però non ha ancora rassegnato le dimissioni e pertanto rimane il referente principale nel contenzioso: «Dopo tutte le spese che ho sostenuto per l’Acireale non mi spiego cos’altro dovrei pagare – continua – Adesso chiedo un incontro con l’amministrazione e voglio che a questo incontro partecipi anche la stampa per evitare le solite speculazioni». Incontro che dovrebbe avvenire tra lunedì e martedì, ma D’Amico afferma di non esserne a conoscenza.

D’Amico non se la prende tanto con gli assessori che, a suo dire, «sono stati sempre disponibili», bensì con gli uffici comunali. Sembra davvero deciso ad abbandonare l’Acireale senza remore. «Prima – racconta – il problema erano i tifosi, che ci contestavano nonostante eravamo alla guida della classifica, adesso i dirigenti». La protesta di alcuni tifosi nascerebbe dal fatto che, secondo loro, il presidente non avrebbe pagato alcuni giocatori. Che, svogliati, avrebbero fatto un ammutinamento. «Gli stipendi – chiarisce D’Amico – sono stati programmati con i giocatori a inizio stagione, e sono stati garantiti. I calciatori che militano con noi non sono degli sprovveduti, sapevano che li avrei pagati e sono venuti ad Acireale».«Ho speso e pagato tutto, a differenza di chi mi ha preceduto in questi anni», sbotta. Frasi significative che tracciano il culmine di un percorso, affermazioni di uno che non ne vuole più sapere. Ma presidente e dirigenti assicurano che il 23 aprile, data della prossima partita casalinga, l’Acireale giocherà nel proprio stadio.

Adesso, mentre si attende l’incontro tra le parti, a parlare è l’assessore allo Sport Giuseppe Sardo che evidenzia come a definire il provvedimento di chiusura dello stadio sia stata la mancanza di rispetto delle regole da parte della società: «Abbiamo ricevuto – ribatte Sardo – solo il pagamento di una rata dopo vari solleciti. Una seconda rata andava pagata il cinque di aprile ma non è arrivato nulla». L’assessore spiega che il pagamento di marzo è arrivato solo nei giorni scorsi. Dinnanzi all’ipotesi di una manovra per stimolare le trattative che porterebbero l’avvento del nuovo presidente, Sardo smentisce: «Non è cosi, tanto che il provvedimento di revoca all’Acireale è arrivato il 14 marzo, quando non si parlava di nessun incontro con un altro presidente». Sottolinea, poi, come ci sia la piena volontà da parte del Comune di far giocare la squadra al Tupparello: «Noi non vogliamo buttare fuori l’Acireale dalla propria casa, ma ci sono delle pendenze da rispettare e mi auguro che nei prossimi giorni lo stadio potrà accogliere nuovamente la squadra e i tifosi».


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