A.S. Antonio, dall’ ipotesi area cani ai mezzi edili Il consigliere costruttore autorizzato dal Comune

Nel maggio del 2015 la giunta di Aci Sant’Antonio approva un atto di indirizzo rivolto all’ufficio tecnico. L’ufficio avrebbe dovuto, in tempi brevi, verificare la fattibilità di una proposta allegata alla stessa delibera, cioè la realizzazione di un’area dedicata allo sgambamento dei cani in via Scalazza Grande, in un terreno di proprietà comunale abbandonato da anni. Un’idea di Maria Grazia Leone, a quell’epoca assessora all’Istruzione e ai servizi sociali. Sono passati quasi due anni, e la burocrazia non ha mai risposto alcunché. Nel frattempo, in un terreno confinante lavora il consigliere comunale di opposizione Alfio Puglisi, eletto nella lista del Pdl e di mestiere costruttore. È lui che sta edificando – legittimamente – delle villette e utilizza lo spazio accanto, quello interessato dal progetto, per le manovre dei suoi mezzi di lavoro. Anche in questo caso con pieno diritto, perché autorizzato poco meno di un anno fa dal Comune, per iscritto. 

«Tutto vero – conferma Puglisi – i lavori dovrebbero finire tra sei mesi, forse otto. In ogni caso, nell’autorizzazione c’è scritto che il Comune può chiedermi la restituzione del terreno in ogni momento. In più – aggiunge – ho preso l’impegno di sistemare l’area, che era stata lasciata in disuso, e di costruire il muro di cinta che separa i due terreni». Puglisi racconta inoltre che i residenti non vedrebbero di buon occhio un parco per animali in una zona che, nel corso degli anni, è divenuta residenziale. «Le persone che abitano nelle ville accanto – dichiara il consigliere – hanno saputo di questa cosa e sono andate dal sindaco a ribellarsi». 

Lo stesso consigliere di centrodestra non sembra affatto favorevole. «Nel momento in cui rilasciano la concessione e poi l’abitabilità, non si può fare lo sgambamento dei cani tra le villette», conclude Puglisi, che poi ipotizza un «ripensamento» della giunta comunale in merito alla delibera approvata ormai due anni fa. «Noi – risponde il sindaco Santo Caruso – abbiamo lanciato un’idea nel 2015. Da quella data a oggi non c’è stato alcun pronunciamento dell’ufficio tecnico, che deve dirci se ci sono le condizioni per istituire uno spazio di quel genere in quell’area. Ora pretenderò una relazione dell’ufficio. Se davvero si tratta di una zona altamente urbanizzata – ammette il primo cittadino – potrebbe diventare spiacevole fare lì dentro lo sgambamento dei cani. Ma devono dirmelo loro. Se non si farà lì, si farà altrove». 

A chi replica, però, che nella delibera è scritto che, a parere della giunta, quel terreno è adeguato allo scopo, Caruso ribatte: «Ma due anni fa quella strada non era sviluppata com’è oggi». Attende una risposta dall’ufficio tecnico anche Maria Grazia Leone, che nel 2015 aveva lanciato la proposta in veste di assessora, e che oggi cerca di difenderla nel ruolo di consigliera comunale. Oltre un mese fa Leone ha inoltrato ai responsabili burocratici una interrogazione scritta. Alla quale non è stata data nessuna risposta


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