Belpasso, in Appello 30 anni a Gora Mbegue Nel 2014 uccise ex ragazza con 40 coltellate

La corte d’assise d’Appello di Catania, presieduta da Rosario Cuteri, ha confermato la condanna a 30 anni di carcere per Gora Mbengue, il senagalese di 30 anni che il 26 ottobre del 2014 uccise, con oltre 40 coltellate, la sua ex ragazza, la 30enne di Belpasso Veronica Valenti. La corte ha però escluso la circostanza aggravante dei motivi abbietti. In primo grado l’uomo, giudicato con il rito abbreviato, era stato condannato a 30 anni di reclusione con l’accusa di omicidio aggravato. Il giudice aveva infatti considerato circostanze aggravanti gli atti persecutori, la premeditazione e i già menzionati motivi abbietti. 

Durante il dibattimento il procuratore generale Carlo Caponcello aveva chiesto per l’uomo la conferma in toto della condanna, mentre la difesa di Mbegue, rappresentata dall’avvocata Francesca Licitra, aveva chiesto l’esclusione di tutte e tre le circostanze aggravanti. I giudici alla fine hanno confermato la condanna, escludendo, come detto, solo l’aggravante dei motivi abbietti. Alla lettura della sentenza era presente Gora Mbengue, che resta detenuto a Barcellona Pozzo di Gotto. La corte d’appello si è riservata 90 giorni per depositare le motivazioni. L’avvocata della difesa Francesca Licitra deciderà se ricorrere in cassazione solo dopo averle lette

Ricostruendo i fatti, Gora Mbengue avrebbe ucciso Veronica Valenti dopo una lite avvenuta all’interno della Peugeot 106 della donna, in via Tezzano a Catania. L’uomo venne arrestato dalla squadra mobile , appena catturato, confessò l’omicidio, consumato perché lei aveva rifiutato di riallacciare la loro relazione. Mbengue fu bloccato in via del Plebiscito e non oppose resistenza. Gli agenti trovarono il coltello utilizzato per colpire la vittima e due ciabatte, una dentro l’auto e una nei pressi della vettura. La loro presenza lasciò ritenere che l’autore del delitto abitasse nelle immediate vicinanze. Le indagini avevano poi permesso di accertare che la ragazza aveva avuto una relazione con un cittadino senegalese che abitava proprio in via Tezzano, dove è stato commesso il delitto. 


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