Canile S. G. Galermo, «animali tra gli escrementi» Gli stessi nomi dietro alla struttura ex Nova entra

«Pronto, il canile Nova entra?» «Sì». Basta telefonare ai numeri indicati per avere la prima conferma del fatto che, anche se a gestirlo è una società diversa, dietro al ricovero per cani di San Giovanni Galermo ci sono le stesse persone di prima, che tornano di nuovo a fare parlare di sé. Ieri gli agenti del commissariato Borgo-Ognina della polizia di Stato ci sono entrati per un controllo sulla tutela degli animali. E quello che hanno trovato lo hanno fotografato. I 517 cani, più diversi gatti, che vivono là dentro – secondo gli investigatori – sarebbero stati esposti a «significative criticità per ciò che riguarda il trattamento e il benessere degli animali, molti dei quali ricoverati per le necessarie cure mediche» e a «carenze igienico-sanitarie». «Errori di gestione», li definisce la questura di Catania in una nota, per i quali l’amministratore delegato della società e i due veterinari responsabili della struttura sono stati denunciati per abbandono di animali, che punisce chi «detiene animali in condizioni incompatibili con la loro natura e produttive di gravi sofferenze». 

Dal 23 gennaio 2017, Nova entra è stata acquisita dalla società Il rifugio di Concetta srls. Ma il cognome di riferimento è sempre lo stesso: Bongiorno. Nell’azienda ci sono il padre e la figlia di Mario, il veterinario per il quale nel 2016 è stata stabilita l’imputazione coatta per i reati di associazione a delinquere e truffa aggravata. Una vicenda che risale al 2013 e che prende origine dalle denunce di diverse associazioni animaliste sul presunto «canile degli orrori» di via Villa Flaminia 68, nel quartiere catanese. Adesso i poliziotti «hanno rilevato che il terreno era cosparso di mangime secco che avrebbe invece dovuto trovarsi nelle apposite ciotole, che l’interno di alcune delle vasche usate per l’acqua da bere presentava un sottile strato di alghe e, infine, hanno riscontrato la presenza di abbondanti deiezioni non ancora rimosse dal personale della struttura». 

Contestazioni immortalate nelle immagini diffuse alla stampa con una nota ufficiale e mosse con il supporto della squadra cinofili e dell’Asp veterinaria. Gli oltre 500 animali vengono affidati a Il rifugio di Concetta dai Comuni etnei che hanno stipulato con l’impresa una convezione. Tra questi c’è il Comune di Catania che a febbraio 2017 ha liquidato loro una fattura da quasi 95mila euro per il «servizio di cattura, di ricovero, custodia e mantenimento in vita dei cani randagi catturati nel territorio del Comune di Catania» in un periodo che va dalla fine di novembre alla fine di dicembre 2016

Un’altra fattura per lo stesso servizio – relativa però ai periodi settembre e ottobre 2016 – è stata pagata due settimane dopo all’associazione Nova entra, per un totale di oltre 172mila euro. Un giro d’affari finito anche nell’incartamento di un’inchiesta della magistratura etnea. Dopo il sequestro del canile, il successivo dissequestro e una richiesta di archiviazione da parte della procura di Catania, un primo punto fermo sulla vicenda era stato messo dal giudice per le indagini preliminari che ha disposto l’imputazione coatta per sei persone. Tra maggio e giugno, nel corso di un’udienza in piazza Verga si dovrà stabilire se Mario Bongiorno andrà a processo assieme ad altre cinque persone.

«Noi facciamo 230 adozioni all’anno, perché di questo non si parla mai?», replica Mario Bongiorno, raggiunto al telefono da MeridioNews. «Ieri il controllo è avvenuto alle 9.30 del mattino – continua il veterinario – È normale che gli spazi non fossero ancora perfettamente puliti. Sono spazi enormi, a quell’ora ancora la pulizia doveva essere conclusa. Contesteremo tutto tramite i nostri avvocati». Oltre alla denuncia, l’amministratore del canile – l’ultraottantenne padre del veterinario – è stato multato perché, scrive la questura, «nel canile non venivano garantite buone condizioni di vita dei cani ospitati e rispetto delle norme igienico sanitarie». «Gli animali stavano tutti bene – commenta Bongiorno – Non hanno mosso nessun rilievo sulla salute dei cani. Il mangime, al di là delle ciotole rovesciate perché i cani ci giocano, era adatto sia per gli adulti sia per i cuccioli e i registri erano perfettamente in ordine». 

Secondo il professionista, quindi, «non avremo problemi a dimostrare la correttezza del nostro operato. Non si può continuare a sparare sulla Croce rossa e a farci subire violenze mediatiche». Perché Nova entra sia stata sostituita da Il rifugio di Concetta, per Mario Bongiorno (che non ha quote sociali), è legato esclusivamente a questioni amministrative: «Un’associazione ha una serie di limiti, mentre con una società possiamo fare ricorso ai prestiti bancari. Il Comune di Catania, per dirne uno, non ci paga da cinque mesi. I cani possono aspettare cinque mesi per mangiare?».


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