Fondi per start-up etnea, denunciata Confesercenti «Dovevano aiutarmi per un mutuo e ci ho rimesso»

Una start-up che vuole ottenere un finanziamento e l’intercessione di Confesercenti tramite una struttura specializzata per l’accesso al credito. Una collaborazione come tante, che però non è andata a buon fine. Sono i tratti salienti del caso che ha come protagonista Splitit, impresa che, tramite il suo portale online, si occupa di creare raccolte fondi per eventi di ogni tipologia, dai compleanni alle liste nozze. La società ha deciso di rivolgersi alla magistratura etnea per un presunto caso di appropriazione indebita che sarebbe stata perpetrata dalla sezione catanese dell’associazione di categoria. La quale rimanda al mittente le accuse, spiegando la questione con un «problema di comunicazione» che non li vedrebbe direttamente protagonisti.

La storia inizia nel giugno 2015, quando l’imprenditore e ideatore di Splitit Carlo Graziano decide di richiedere un prestito per la sua attività. L’obiettivo è quello di accedere al fondo di garanzia per le piccole e medie imprese: nato nel 1996 e gestito dal ministero dello Sviluppo economico e dalla banca del Mezzogiorno attraverso gli uffici del Medio credito centrale. «Per farlo, Banca Base mi ha chiesto di rivolgermi a Confesercenti in virtù di una convenzione già esistente tra i due – spiega a MeridioNews Graziano -, nonostante la mia impresa fosse qualificata come innovativa e quindi ci fosse bisogno di meno passaggi burocratici». 

Il ruolo dell’associazione di categoria diventa quello di fare da intermediaria per la concessione del finanziamento, tramite la procedura di consulenza specializzata del consorzio Cosvig, fondo di garanzia dedicato agli associati a Confesercenti. In questo quadro entra in gioco Salvatore Politino, presidente dell’associazione etnea e interlocutore dell’imprenditore Graziano per l’intermediazione. «Prima ho pagato 500 euro di quota associativa annuale, salvo poi ottenere la restituzione di parte dei soldi perché la somma d’iscrizione doveva essere inferiore, e successivamente, a garanzia ottenuta, avrei dovuto sborsare dei contributi straordinari», racconta l’ideatore di Splitit. I bonifici bancari vengono effettuati a luglio 2015, per una somma complessiva di 2425 euro. Quando tutto sembra essere andato a buon fine, ecco il colpo di scena. 

«Dopo l’accredito dei soldi – spiega l’imprenditore – ero convinto del buon esito della procedura, salvo poi scoprire il contrario per pura casualità». Mentre fa ordine tra i suoi documenti e la sua situazione bancaria, a Graziano viene un dubbio e invia una richiesta di chiarimenti a entrambi gli organismi intermediari: Confesercenti, a cui fa capo il Cosvig, e Medio credito centrale. Se per l’associazione la procedura è del tutto regolare, è l’altro ente a rispondere che per Graziano è venuta meno qualunque garanzia: «L’operazione risulta essere decaduta per mancata erogazione/comunicazione entro i termini previsti […] non essendo stati effettuati tali adempimenti da parte del soggetto richiedente (Cosvig-Banca sviluppo economico)», scrive il funzionario Luigi Mozzillo. «E il mutuo finisce quindi tutto a carico mio e dei miei familiari», continua l’imprenditore. Qualcosa, nell’iter burocratico, sembra essersi inceppato e, secondo Graziano, la responsabilità sarebbe di Confesercenti.

A questo punto l’imprenditore è deciso a farsi dare indietro i soldi versati all’associazione etnea per la pratica ma, nonostante l’interessamento di un legale e la denuncia per appropriazione indebita presentata nei confronti di Salvatore Politino, la soluzione sembra ancora lontana. In mezzo c’è anche un fitto scambio di email con i legali della Confesercenti Catania, che interessano del caso la sede nazionale. A Splitit, intanto, replica il presidente etneo Salvatore Politino: «Noi abbiamo fornito tutta la documentazione sull’attività di consulenza che è stata svolta – afferma contattato da MeridioNews – compresi i certificati di garanzia rilasciati per conto di Confesercenti-Cosvig. Quindi è falso dire che non abbiamo fatto nulla». 

Il presidente puntualizza anche sulla comunicazione del Medio credito a proposito della mancata garanzia: «Noi ci occupiamo di fare una valutazione dell’azienda, sulla base del quale viene emesso dal Medio credito un certificato di garanzia. Noi mettiamo tutto sulla piattaforma telematica e prendiamo il numero di posizione, poi viene avviata la pratica. Probabilmente ci sarà stato un problema di comunicazione tra banca e Cosvig, in fase di verifica, per l’erogazione del finanziamento che di fatto ha fatto venire meno la validità e non il rilascio della garanzia, quindi la nostra attività è stata regolarmente svolta. Confesercenti Catania in questa storia non c’entra nulla». Sulla stessa linea il presidente regionale Michele Sorbera: «L’associazione di categoria può solo appoggiarsi ad altri enti, in questo caso il Cosvig, che è cosa diversa. E i contributi straordinari versati dall’imprenditore sono per l’istruzione della pratica, non a garanzia ottenuta. Noi facciamo circa 700 operazioni all’anno, un problema può succedere». Adesso la parola fine verrà stabilita dentro le aule di giustizia.


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