Acireale, pista ciclabile da 900mila euro ancora ferma Foti (M5s): «Progetto è peggiorato dalla fase iniziale»

«Veniamo accusati di lanciare falsi allarmi, ma sullo stato delle opere pubbliche acesi i fatti ci danno ragione». A puntare il dito contro l’amministrazione è la deputata regionale del Movimento 5 stelle Angela Foti, la quale, insieme agli attivisti ha acceso i riflettori sul progetto Acigreenways che prevede la costruzione di una pista ciclabile di tre chilometri su un vecchio percorso ferroviario che sporge sulla Timpa di Acireale. L’iniziativa risale al 2010 e venne portata avanti dall’ex primo cittadino Antonino Garozzo, con un contributo da parte della Regione. Un percorso la cui realizzazione sembra essere problematica perché, dallo studio portato avanti dagli attivisti insieme all’ingegnere Stefano Alì, sarebbero diverse le variazioni a cominciare dalla bozza originaria, passando dal definitivo, fino allo stralcio del progetto esecutivo. Secondo la relazione prodotta dagli attivisti, a risaltare in particolar modo è la modifica nella cifra che la Regione Sicilia avrebbe destinato all’opera. 

Nel 2014 il progetto prevedeva delle spese per più di un milione di euro, ma Palermo aveva previsto un finanziamento di 700mila euro, che il Comune ha  provato a modificare, economizzando sugli investimenti. Ma nel 2015 il governo regionale decurta ulteriormente il finanziamento portandolo a 500mila euro, salvo poi riportarlo alla somma iniziale di 700mila euro. Da quel che si legge nella relazione pubblicata dal Movimento 5 stelle sul proprio sito, è in questo frangente che l’amministrazione approva il progetto esecutivo il novembre, poi – forse in seguito a delle inadeguatezze – approva un nuovo progetto il 21 dicembre dello stesso anno. 

Fino ad arrivare ad arrivare a un anno fa, in cui la giunta, dopo aver pattuito le somme per la vendita dei terreni appartenenti alle Ferrovie dello Stato su cui realizzare il percorso ciclopedonale, non ha ancora messo a bando il progetto e dato in gestione l’area. In particolar modo, le modifiche segnalate dai grillini, riguardano una riduzione al sistema dell’elettricità e la scomparsa nelle carte dell’impianto idrico originariamente elencato. «Il progetto non è chiaro e presenta delle lacune – spiega Alì -, oltre alle criticità che riguardano anche la sicurezza degli operai che dovrebbero lavorare lungo il tratto sotto le gallerie. Inoltre non sappiamo cosa verrà fatto dello smaltimento del materiale, con tutte le traversine in legno che appartenevano ai binari». 

Secondo lo stesso Alì l’amministrazione comunale avrebbe provveduto solo all’acquisto dell’area e alla scerbatura: «C’è una determina dirigenziale che fissa il finanziamento di 700mila euro da parte della Regione e circa 200mila da parte del Comune. Quest’ultimo avrebbe dovuto già comprare il terreno in possesso di Ferrovie dello Stato anche se non so con certezza se questo è stato rogato». In effetti, da quel che si legge nell’atto, il 9 agosto è stato disposto il cofinanziamento che permette l’avanzare del progetto. Nella stessa determina viene enunciata la richiesta di acquisizione da parte del Comune di Acireale alle Ferrovie dello Stato, insieme agli atti notarili. 

Alle parole di Alì fa eco la deputata Angela Foti, la quale paventa ancora dei dubbi sull’esecuzione delle opere pubbliche acesi definendole «impietose dal punto di vista amministravo e qualitativo». «Non vorremmo che questa opera – conclude – come nel caso della Villa o del PalaVolacan, cada nel dimenticatoio». Alle critiche risponde il primo cittadino, Roberto Barbagallo, smentendo l’acquisto del tratto: «Il progetto si presenta monco dell’arredamento, l’importo basta a fare acquisizione e progetto. Il terreno non è stato ancora acquisito dal Comune di Acireale e per questo non possiamo mandare il progetto al bando – conclude il Barbagallo -, dobbiamo ancora recarci dal notaio per altri passaggi. Le cose che sono state eliminate potrebbero essere acquistate in futuro con altre risorse».


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