Aci Catena, le idee e i programmi di Basilio Orfila «Dopo troppe dicerie una candidatura autonoma»

Basilio Orfila, 57 anni, impiegato presso gli organi dell’area Metropolitana di Catania, oggi propone la sua candidatura a sindaco della lista di sinistra Aci Catena Cambia, con il sostegno dei socialisti. Assessore dal 1999 al 2001 della prima giunta di Ascenzio Maesano, oggi rivaluta la figura dell’ex sindaco «fautore – a suo dire – di un gioco perverso col potere per interessi personali»

Basilio Orfila concorre nuovamente alla carica di sindaco, dopo l’esperienza che lo ha visto candidato nel ruolo di primo cittadino nel 2008. Assente alle scorse elezioni, oggi ci riprova. Cosa l’ha spinta a candidarsi?
«Io non ritento o riprovo, la candidatura non è un gratta e vinci, a differenza di qualche candidato sindaco che dopo la sua esperienza da primo cittadino è stato sempre bocciato dai cittadini. Mi sono sentito in dovere di porre un argine al malcostume amministrativo lasciato da Maesano. Quest’ultimo è stato fautore di una commistione tra macchina burocratica e apparato politico: due organi che sono stati portatori e responsabili del disastro amministrativo attuale».

Si arriva a queste elezioni dopo la vicenda gettonopoli, che ha visto sette consiglieri rinviati a giudizio. Ma, soprattutto, il prossimo sindaco dovrà sostituire Ascenzio Maesano, adesso agli arresti domiciliari con l’accusa di aver intascato tangenti. La politica ad Aci Catena ha bisogno di ritrovare la giusta condotta morale?
«Ancora oggi ad Aci Catena sono imperanti dei mali che ci siamo portati dietro da anni: oggi questi mali si ripresentano nelle forme peggiori. I meccanismi di clientela messi in atto negli anni ’80 si ripercuotono nei meccanismi politici, producendo disincanto e allontanando i cittadini dalla politica. Abbiamo bisogno di modelli di apertura e di crescita, non accettando il favoritismo personale: i diritti devono essere prerogativa di tutti, non ad appannaggio di qualcuno».

Cosa ne pensa di Ascenzio Maesano? Ha ricoperto il ruolo di assessore nella sua prima giunta. Poi è stato da sempre suo antagonista.
«Ho conosciuto due personalità di Maesano: prima, quella di un politico che 18 anni fa era impegnato politicamente e socialmente; dopo, quella di un Maesano che, col tempo, ha messo in atto un gioco perverso col potere finalizzato agli interessi personali. Quando mi sono reso conto di questa involuzione, il mio rapporto di fiducia è svanito. Le dinamiche giudiziarie prenderanno il loro corso, ma quello che appare chiaro è la commistione di servizi duplici a favore di aziende private».

In questa tornata Aci Catena Bene Comune sembrava non voler presentare una candidatura, salvo poi uscire in extremis insieme ai socialisti. Come mai questo ritardo?
«Ci siamo resi conto che resistono ancora dei meccanismi di favoritismo che vanno combattuti. Questi meccanismi, ancora imperanti, hanno pesato non poco anche nel farci presentare una candidatura. Siamo una realtà esigua e osteggiata da tutti: in maniera subdola sono state messe in giro voci non veritiere, per esempio quella che noi andavamo in cerca di eventuali poltrone, cosa che a noi non interessa. Alla luce di tutte queste considerazioni, abbiamo pensato di presentare una candidatura, non prima di aver valutato attentamente tante situazioni».

Lei, con Aci Catena Bene Comune, ha presentato svariate denunce contro l’ex amministrazione pur non vantando un posto in consiglio comunale: cosa ne pensa dell’altra ex opposizione extraconsiliare formata dai Cinque Stelle? Sarà possibile un’alleanza?
«Il Movimento rappresenta una realtà della politica catenota. Il nostro obiettivo è quello di mettere insieme tutte le persone perbene che hanno voglia di scommettersi per la comunità, tutti sono bene accolti. Quando si affrontano temi che perseguono l’onestà, la trasparenza e la legalità siamo disposti a condividere le idee di tutti, senza preclusioni di alcun tipo. Ai Cinque stelle non contesto l’attivismo, ma non condivido l’esasperazione con cui hanno affrontato certi temi, come Gettonopoli. La lotta ai gettoni di presenza affrontata nella maniera grillina ha comportato e comporterà delle spese legali per l’Ente e un disincanto maggiore dei cittadini verso la politica».

Una volta insediatosi al Palazzo di Città, quali saranno le iniziative a cui darà maggiore priorità la sinistra in una città in cui questa non ha mai governato?
«Rimettere in sesto la macchina amministrativa e ridare fiducia nella politica: la gente deve capire che chi sta andando a governare vuole il benessere della propria comunità e non lo fa per i propri interessi. Proponiamo la riduzione dello stipendio di sindaco, assessori e consiglieri: una percentuale di riduzione almeno del venti per cento. Cercheremo di riportare il gettone di presenza dei consiglieri da cinquantuno euro attuali ai trentaquattro originari, com’era nel duemilaquattro: a questa decisione si oppose l’allora consigliera di Rifondazione Comunista Marisa Aprile. Un punto importante è la mensa scolastica in tutte le scuole, che ogni anno parte ad anno scolastico inoltrato: noi pensiamo di renderle funzionali l’intero anno».

Cosa farà per rendere più efficiente la raccolta differenziata?
«I cittadini devono abituarsi al senso civico, anche attraverso misure di repressione. La raccolta differenziata produce dei benefici per il Comune, perciò puntiamo molto sulla sensibilizzazione: fare amare la raccolta differenziata, omaggiando anche i cittadini virtuosi».

Aci Catena corre il pericolo di un dissesto finanziario? Abbiamo gli anticorpi per contrastarlo?
«Dobbiamo fare fronte a numerosi decreti ingiuntivi procurati dalle amministrazioni passate. Se andranno avanti, saranno un fardello su chi andrà a governare. Il dissesto, qualora venisse dichiarato, ci costringerà ad agire in una situazione di emergenza: bisognerà mettere in atto una serie di misure da imporre ai cittadini. Noi cercheremo di evitare in tutti i modi questi disagi, andando alla ricerca degli evasori e combattendo l’abusivismo».

Durante la sua sindacatura, l’ex sindaco Maesano affermò che ad Aci Catena non esisteva la mafia, ma solo una componente delinquenziale. Anche lei è di questo avviso?
«Questo negazionismo della mafia cerca di esorcizzare una realtà che invece è ben diversa. Dalle cronache apprendiamo che la mafia agisce in maniera più sotterranea e che c’è molta omertà. La mafia dovrebbe essere fronteggiata con mezzi sempre più determinati e incisivi da parte delle forze dell’ordine».

In base all’accordo stipulato tra l’Anci e il governo, Aci Catena potrebbe accogliere 2,5 migranti ogni mille abitanti: sarebbe d’accordo?
«Le delibere dell’Anci non sono vincolanti per nessun Comune, però la nostra attenzione verso i più disagiati non verrà mai meno; così come non verrà meno la volontà di mediare se si venissero a creare possibili resistenze. Saremo dei buoni samaritani prima che dei buoni politici».

Piano regolatore generale: ci saranno variazioni? Sarà ancora possibile edificare?
«Il piano regolatore è in cantiere da oltre dieci anni. Questo la dice lunga sui conflitti che sono maturati dietro questi provvedimenti. Dall’ottantuno in poi si è edificato in ogni dove, sono state lasciate libere solo le aree agricole; anche queste attaccate dal cemento. Noi non permetteremo più abusivismo, ci opporremo fermamente ad ogni fenomeno di edilizia selvaggia. Oliveri nel ’96 per un vizio di forma ha rigettato un piano regolatore che ci avrebbe salvato dall’urbanizzazione selvaggia: rigettato per favorire chi voleva cementificare».

Lei ha sempre affermato che Aci Catena va amata nonostante abbia tanti difetti. Cosa la lega davvero a una città che considera tale?
«Aci Catena è una donna di facili costumi, però è nostra madre. E, da madre qual è, non possiamo far altro che provare a cambiarla».


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