Pubbliservizi, l’intercettazione sulla Bmw in regalo «Mi fai un bonifico di mille euro… E io te li torno»

«E allora man mano che prende i soldi li versa. Mi fa un bonifico di mille euro, cinquecento euro… E io te li torno». È parte di una conversazione intercettata dai militari della guardia di finanza di Catania che oggi hanno arrestato Adolfo Messina e il suo braccio destro Alfio Massimo Trombetta. I due sono finiti in carcere, mentre per le altre quattro persone coinvolte nell’inchiesta Cerchio magico sono scattati i domiciliari. Sarebbero loro ad avere messo in piedi un’associazione a delinquere con l’obiettivo di modificare il naturale esito degli appalti della Pubbliservizi, la società partecipata al 99,5 per cento dalla Città metropolitana di Catania e per il restante 0,5 per cento dall’istituto musicale Vincenzo Bellini.

A parlare, nella conversazione succitata, è l’imprenditore di Trecastagni Alfio Giuffrida, attivo nel settore dell’edilizia. Secondo gli investigatori, avrebbe regalato a Trombetta una Bmw X3. Uno dei doni in cambio dei quali, per i magistrati, Giuffrida avrebbe ottenuto i favori dei vertici di Pubbliservizi, di cui Trombetta era consulente a titolo gratuito. «Fatti fare quattro assegni di mille euro, io non li verso… Però al più presto tu, a cinquecento euro al colpo – continua l’imprenditore parlando con l’altro arrestato – Ci vuole la tracciabilità di dove li ho presi». «Va bene – replica Trombetta – Ora ti faccio due righe dove tu mi hai venduto la macchina. Un atto privato tra le parti, io che ti saldo a trecento euro al mese».

Le fiamme gialle sarebbe riuscite a ricostruire – «punto per punto», precisano – i movimenti di denaro che dalle aziende andavano verso Trombetta o i suoi familiari. E, successivamente, di nuovo verso Adolfo Messina. Alfio Giuffrida, titolare della Ma.Gi. srl, avrebbe ricevuto affidamenti per poco più di 400mila euro. Sarebbe stato lui a occuparsi di organizzare una festa di compleanno in onore di Messina: oltre 200 invitati e un Rolex in regalo. Diverso è il caso delle aziende che si occupavano di elettricità. Nel biennio 2015-2016 alle ditte Renergy e Light power srls, entrambe attive nei settori dell’impiantistica elettrica, sarebbero stati affidati lavori per oltre 435mila euro. Le due imprese sarebbero riconducibili a Santo Nicotra (classe 1973) e Rosario Reitano (classe 1981), finiti anche loro agli arresti domiciliari. 


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