Acireale, società prova la carta del ripescaggio Il biennio passato in B e gli anni delle difficoltà

Una nobile decaduta del calcio siciliano, a distanza di undici anni dall’ultima apparizione in un campionato professionistico, prova a risalire la china, tentando di scalare subito il primo gradino: quello che dall’Eccellenza (quinta serie) porta alla D. Una promozione che, in questo caso, non maturerebbe grazie ai risultati del campo, ma in seguito alla richiesta di ripescaggio presentata nella sede della Lega nazionale dilettanti dal presidente Rino Pulvirenti e dall’amministratore delegato Daniele Notarrigo. La nuova dirigenza granata, il cui organico è in fase di completamento, punta molto su questo aspetto: «Guardiamo sempre più in alto – ha precisato alla stampa il presidente onorario Natale Stracuzzi – con la giusta ambizione sportiva crediamo di potere competere in categorie consone alla nostra storia».

Parole che rimandano al glorioso passato della società acese, con il picco raggiunto nel biennio tra 1993 e 1995, quando l’Acireale fu promosso in Serie B. La cadetteria, agguantata in maniera rocambolesca grazie alla revoca della promozione del Perugia, squadra coinvolta in un illecito sportivo, ha proiettato i granata ad essere il riferimento del movimento calcistico in provincia di Catania. La salvezza della stagione 1993-1994, ottenuta dopo lo spareggio col Pisa, rappresenta tutt’oggi il risultato più importante: la retrocessione in C1 dell’anno successivo ha invece sancito l’inizio di un lento e inesorabile declino, che ha visto i granata scivolare in C2 nel 1999 e risalire nuovamente in C1 nel 2003, quando alla guida della società c’era Antonino Pulvirenti. Dopo i playoff del 2004, Pulvirenti assume la proprietà del Calcio Catania, cedendo così i granata: è l’inizio del periodo più buio, con un nuovo capitombolo in C2 nel 2006 e la mancata iscrizione al campionato, legata ai problemi finanziari.

Nell’estate 2006 viene fondata la Società Sportiva Dilettantistica Acireale Calcio che, partendo dal campionato di Promozione, arriva alla Serie D in quattro anni: il tentativo di risalita si infrange però con una nuova retrocessione in Eccellenza e, nel 2014, la radiazione dal torneo a causa delle difficoltà finanziarie. Nell’estate di tre anni fa è l’imprenditore Nicola D’Amico a far proseguire la storia del calcio acese grazie all’Asd Football Acireale: dopo tre campionati d’alta classifica in Eccellenza, a fine aprile 2017 arriva il cambio ai vertici della proprietà. La nuova cordata, formata, tra gli altri, dall’imprenditore navale Natale Stracuzzi (già patron del Messina), da Rino Pulvirenti e Daniele Notarrigo, ha subito rischiato di naufragare per incomprensioni legate alla gestione economica del club: il ricompattamento, avvenuto alla fine di giugno, è avvenuto proprio attorno all’obiettivo di provare subito a portare l’Acireale in Serie D.

«Pare che ci siano buone possibilità di ripescaggio in D. A prescindere da ciò – ha ribadito qualche giorno fa il presidente Pulvirenti – allestiremo una squadra che possa fare subito bene». In un periodo delicato per il calcio siciliano, con l’Akragas che probabilmente sarà costretta a rinunciare al campionato di Lega Pro e un panorama di squadre in precaria condizione economica, il ritorno dell’Acireale a buoni livelli sarebbe un buon segnale per tutto il movimento


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