Piedimonte, morta la 41enne ferita durante gara Cinque indagati tra organizzatori e partecipanti

Poco più di un mese di ricovero non è bastato per salvare la vita di Letizia Gerami, diventata così vittima del grave incidente verificatosi lo scorso 25 giugno a Piedimonte Etneo. Il fatto era avvenuto durante una gara automobilistica amatoriale organizzata dall’associazione Salerno corse lungo la strada statale 120, nel tratto fra il centro pedemontano e Fiumefreddo. L’auto guidata dal maltese Ryan Mangion era uscita di strada, forse per un guasto meccanico, finendo a tutta velocità su una piazzola vietata al pubblico ma dove si era comunque assiepata qualche decina di spettatori. In un video circolato sul web erano anche state immortalate le fasi clou dell’incidente che ha visto coinvolti, oltre alla 41enne vittima, cittadina di Mascali, altre nove persone, tra cui un 15enne per cui si era inizialmente temuto il peggio. Il giovane, curato così come la donna all’ospedale Cannizzaro, si è invece via via ristabilito pur avendo subito l’asportazione della milza e vari traumi. La donna ha invece lottato contro i postumi delle gravi fratture e ferite ma l’organismo, fin troppo debilitato, ha purtroppo ceduto stamattina presto.

Costernati gli uomini della Salerno corse, su cui si sono già concentrate le attenzioni della Procura di Catania. Alcuni avvisi di garanzia nell’ambito dell’indagine che ipotizzava il reato di lesioni colpose hanno raggiunto il presidente dell’associazione, Epifanio Salerno; suo figlio Nando, presidente di Asi motori (Associazioni sportive italiane) ed altro organizzatore della corsa «ludico-amatoriale»; il commissario di percorso che si trovava sul posto; il direttore di gara e lo stesso pilota Mangion. Accuse che verosimilmente saliranno al grado di omicidio colposo

«La vicenda ha avuto un epilogo tragico che non avremmo mai voluto vivere – dice Nando Salerno a MeridioNews, rivelando di aver già incontrato i magistrati ed esprimendo vicinanza alla famiglia della donna -. Adesso sarebbe meglio che la Prefettura vieti tutte le gare amatoriali su strada». Secondo l’organizzatore della manifestazione – sulla cui natura non competitiva erano subito scoppiate le polemiche con l’Automobile club d’Italia – sarebbero troppi i rischi che penderebbero, anche in misura eccessiva, sulla testa di chi si occupa in prima persona delle gare. «Ci vanno di mezzo tutti, dai piloti agli spettatori che comunque su quella piazzola non dovevano esserci – prosegue Salerno – gli eventi vanno limitati ai circuiti come Pergusa e tutti gli altri che ci sono in Sicilia».

Analoga vicinanza alla famiglia della vittima arriva dal sindaco di Piedimonte Etneo, Ignazio Puglisi: «Mai ci saremmo aspettati che la gara sarebbe finita così drammaticamente – commenta -, il mio pensiero va a chi adesso soffre». Una morte che poteva essere evitata? «Non competeva al Comune la vigilanza sul percorso – osserva il primo cittadino – prima della manifestazione avevamo comunque compiuto tutte le verifiche necessarie per le autorizzazioni». 


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