Residenti di via Calatabiano rammendano il Borgo Dal gazebo degli anziani alle panchine del parco

Interventi dal basso per sistemare il proprio quartiere. I protagonisti sono i cittadini di via Calatabiano, quartiere Borgo, a due passi dalla caserma dell’esercito Sommaruga. Un piccolo angolo di Catania diventato noto da quando 30 persone hanno scelto di occupare e recuperare una palazzina abbandonata al civico 40. Stanze vuote da anni trasformate in case con il sostegno del comitato Casa x tutti, da sempre accanto a queste famiglie. A distanza di due anni è stato organizzando un momento di aggregazione, esteso a tutti i residente della zona, per sistemare e abbellire alcune aree del quartiere.

Donne, uomini e bambini dotati di buona volontà hanno quindi deciso, per esempio, di prendere in mano pennelli e vernice per ridipingere alcune panchine. Come quelle del vicino parco Madre Teresa di Calcutta. Sedili malandati istallati dal Comune nel piccolo polmone verde a ridosso di via Eleonora d’Angio e del teatro Ambasciatori. Qualcuno si è invece occupato di cambiare il colore del portone dello stabile occupato. Un cupo grigio è stato sostituito dal verde. I rammendi si sono estesi anche in piazza Cavour, meglio conosciuta dai cittadini etnei come piazza Borgo. Dove sotto un gazebo, adesso dotato di tendina proteggi sole, trovano posto ogni giorno decine di anziani armati di carte da gioco. Gli stessi che a novembre 2015 avevano rimesso in sesto le aiuole e reso più accogliente la copertura in legno.

«Abbiamo recuperato uno stabile abbandonato e lasciato all’incuria e l’abbiamo reso bello – spiega Mauro Sapienza, del comitato Casa x tutti – Conosciamo le potenzialità e i limiti, le cose che vanno e non vanno nel nostro quartiere e abbiamo capito che arrendersi non porta a nulla e che invece sbracciarsi e mettersi in gioco in prima persona è vincente». Quella di mercoledì non è la prima iniziativa di questo genere che viene organizzata in via Calatabiano. Nelle settimane che seguirono l’occupazione della struttura, acquistata nel 2010 da una società immobiliare ma mai messa in vendita, gli abitanti avevano appeso ai balconi alcuni lenzuoli con disegni e dipinti. 


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