Regionali, calamita Musumeci per i nomi all’Ars Lista unica a sinistra, entusiasmo Sicilia futura

Chiuso il match su perimetro della coalizione e candidato, nel ritrovato centrodestra a trazione Nello Musumeci sale vertiginosa la febbre della composizione delle liste. Quanto, invece, non può ancora accadere nel centrosinistra, dove l’operazione Fabrizio Micari presidente non è ancora decollata. A Catania e provincia, così, lo smottamento degli aspiranti a uno dei 13 posti da deputato regionale in palio, al momento, pende verso l’uomo di Militello supportato anche da Silvio Berlusconi. Oltre a quello, a oggi, di almeno quattro-cinque liste, che potrebbero anche salire a sei-sette. I simboli certi sono Forza Italia, Udc, Diventerà bellissima e un contenitore sovranista, mentre tutto può succedere nel campo di post-lombardiani, Cantiere popolare, Idea Sicilia di Roberto Lagalla e l’area di Gaetano Armao.

 «Abbiamo fin troppe adesioni, qualcuno dovremo tagliarlo fuori», sussurra qualcuno fra i più vicini all’ex presidente della provincia etnea. Che sarà capolista per trascinarsi dietro Diventerà bellissima. Sotto la regia di Raffaele Stancanelli sono state, intanto, definite nomination di grandi speranze, specie fuori città. Prima fila per il presidente del Consiglio di Giarre, Francesco Longo – strappato ai suoi vecchi riferimenti Pino Firrarello e Giuseppe Castiglione – e l’ex consigliere provinciale di Belpasso Giuseppe Zitelli. Il sindaco Carlo Caputo lo ha lanciato da mesi per contendersi la città con il nemico giurato, oggi forzista, Alfio Papale. A giorni Longo e Zitelli dovrebbero uscire allo scoperto. Certezze anche su Angelo Sicali e sul ritorno in pista dell’ex deputato Pippo Arena, dato inoltre per vicino al movimento Energie per l’Italia di Stefano Parisi. Da Misterbianco dovrebbe giungere il consigliere comunale Salvo Adornetto e, a sorpresa, pure un Davide Simone Vinci deluso da Firrarello. Sembra esclusa, poi, l’ipotesi dell’ex vicesindaco di Calatabiano Nino Moschella

Alla destra di Musumeci, come confermano dai direttivi, tramonta sempre più l’iniziale idea di aprire la lista di Musumeci a Fratelli d’Italia e Noi con Salvini. La linea voluta da Gianfranco Miccichè, ad oggi, ha prevalso: i due partiti dovranno assumersi la responsabilità quantomeno di una «lista sovranista» unitaria, forse anche con il supporto dei parisiani. I nomi catanesi sono sempre quelli: i due sindaci Anastasio Carrà e Filippo Drago, lo stesso segretario nazionale dei salviniani Angelo Attaguile e, per il calatino, Rocco Zapparrata. Fra gli ex An, confermate le candidatura di Carmelo Nicotra e dell’assessore di Mascali Alberto Cardillo, mentre si fa sempre più vicino un lieto epilogo per il corteggiamento del deputato uscente di Tremestieri Salvo Giuffrida (Sicilia democratica).

L’approdo fra i sovranisti diventa via d’uscita sempre più ricercata, davanti alle porte chiuse dai partiti principali. Stesso fenomeno, ancor più amplificato, si verifica in casa Udc. Il segretario nazionale Lorenzo Cesa ha fugato ogni dubbio: lo scudo crociato, sulla scheda elettorale isolana, ci sarà. Questa è già una garanzia, anche se sarà quasi impossibile arrivare ai 55mila voti delle regionali 2012. In testa alla pattuglia troviamo Carmelo Sgroi, consigliere catanese che ha preso le distanze da Giovanni La Via. È fatta anche per l’adesione di un fedelissimo del sindaco di Ramacca Pippo Limoli, il suo vice Giovanni Savia. Un alleato in meno, anche stavolta, per Firrarello e Castiglione. Trova alloggio fra i democristiani anche l’uscente deputato Alfio Barbagallo da Zafferana, manca invece l’ok finale sull’ex candidato sindaco a Palagonia Gaetano Benincasa. Indiscrezioni autorevoli dal partito, infine, raccontano che Marco Forzese – rimasto con i fuoriusciti Centristi di Casini e D’Alia ma poco convinto dal nascente centrosinistra micariano – non abbia in realtà mai smesso di flirtare con l’Udc per garantirsi la rielezione.

Vorrebbero pescare fra i flutti centristi anche i post autonomisti rimasti legati all’ex presidente Raffaele Lombardo. Guideranno il gruppo Dino Fiorenza e l’avvocato Mario Brancato, mentre si cerca una denominazione per la costituenda lista che possa suggerire freschezza all’elettorato, senza accantonare però le radici sicilianiste. Altri due autonomisti, Guglielmo Scammacca della Bruca e l’ex deputato repubblicano Salvatore Grillo, seguono le mosse in provincia di Gaetano Armao, vicepresidente designato. Chissà che non si materializzi un’ulteriore lista per il centrodestra, cioè SicilianIndignati. Avviatissimo, poi, lo scouting da parte di Cantiere popolare e Idea Sicilia. Manca poco per capire se Saverio Romano e Lagalla presenteranno un simbolo comune. Santo Primavera – che sarà in lista assieme a Carmelo Caltabiano da Mascali – coordina le manovre catanesi assieme a Mario Coppa, mentre il professore Maurizio Caserta deve ancora riprendersi dalla botta dell’accordo con Nello Musumeci.

Aria tesissima, invece, dalle parti di Forza Italia, dove il caso Riccardo Pellegrino pare sempre più complicato da risolvere. Dopo il veto da destra, «motivi d’opportunità» spingerebbero i vertici provinciali del partito a bloccare la sua candidatura. Lo confida un uomo degli azzurri mentre però il consigliere di San Cristoforo non si risparmia nell’offensiva per delegittimare il «no» di Musumeci. Già in campagna elettorale, nel frattempo, il capogruppo Ars uscente Marco Falcone  che lavora anche su un candidato forzista per l’area di Bronte -, il già citato Papale e Dario Daidone. A loro si aggiungeranno il consigliere gravinese Massimiliano Giammusso, Giovanni Grasso da Aci Catena e il ritorno dell’ex consigliere provinciale Antonello Sinatra, dato in rapido allontanamento dagli alfaniani. Menzione a parte merita l’ex finiano, ex Mpa ed ex Udc, Elio Tagliaferro. Correrà per l’Ars con FI dopo che, negli ultimi anni, è stato nominato nel cda della partecipata Sostare in quota Enzo Bianco-Articolo 4. 

Dall’altra parte, nel centrosinistra che intorno al rettore Micari cerca la pace, resta da monitorare il polso della potenziale lista del Pd. Gianfranco Vullo e Alessandro Porto non sciolgono le riserve, mentre è quasi certa la novità del giovane bocconiano di Giarre Elia Torrisi dietro ai tre campioni di preferenze Angelo VillariAnthony Barbagallo e Luca Sammartino. Lidi attraenti, per chi non vuole solo portar voti, diventano di giorno in giorno il redivivo Megafono di Crocetta – che punta ai diecimila voti e schiera innanzitutto Giuseppe Caudo – e la lista dei territori su cui lavora Leoluca Orlando.

Tanti dubbi, poi, sul fronte Alternativa popolare. Nel guado fra lo scenario in cui gli abbandoni del partito diventerebbero una vera e propria emorragia o un altro dove l’accordo con i dem, magari grazie alla vicepresidenza per La Via, convincerà qualcun altro e non solo Castiglione e Firrarello. Sono già dei separati in casa i due senatori di Paternò e Giarre Salvo Torrisi e Pippo Pagano che, dunque, non si impegneranno per la lista alfaniana in cantiere. Di concreto c’è solo il ritiro di Nino D’Asero ed il via libera a Nuccio Condorelli e Giovanni La Magna

Le ombre sotto il tetto di Pd e Ap le bilancia l’entusiasmo palpabile degli uomini di Sicilia futura, la creatura centrista di Totò Cardinale, Nico Torrisi e Nicola D’Agostino. Il tetto dei 35mila voti, secondo gli eccitati rumors interni, non è un’utopia. Ha ufficializzato la sua corsa il consigliere catanese Agatino Lanzafame. L’avvocato si giocherà quasi certamente il secondo posto – dietro al ricandidato deputato acese – con il collega Carmelo Coppolino e, fra gli altri, con i due ex sindaci Ketty Rapisarda (Tremestieri) e Andrea Messina (San Giovanni la Punta). 

Dopo le primarie online, nessun rimescolamento sta interessando la lista provinciale del Movimento 5 stelle. E a sinistra? Consolidatosi il ticket Claudio Fava-Ottavio Navarra con il primo candidato presidente, Sinistra italiana e i bersaniani di Mdp dovrebbero unire le forze in un’unica lista guidata, nei collegi di Palermo e Catania, dai due frontman. Fra i volti catanesi per l’Ars, ci sarà Salvo Grasso, di Palagonia, e le ipotesi di Alfio Foti – già nella Lista Tsipras alle scorse Europee – e della funzionaria della Soprintendenza Carmela Cappa, sebbene quest’ultima smentisca.


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