Rossella Fiamingo, Lipsia è sempre più un ricordo «Flop pubblico ai Mondiali militari? Molto strano»

La prossima stagione è ormai alle porte, con la nazionale azzurra di spada reduce dal raduno di Ischia. Un appuntamento voluto dal commissario tecnico Sandro Cuomo a cui ha ovviamente partecipato Rossella Fiamingo, una delle punte di diamante del team italiano. L’atleta di San Giovanni La Punta, classe 1991, è reduce da un’annata di gioie e dolori: lo scorso marzo aveva conquistato il suo primo oro in un Grand Prix (14-9 in finale sulla sud-coreana Choi), mentre due mesi dopo aveva raggiunto l’oro a squadre nella gara di Coppa del Mondo disputatasi a Rio de Janeiro. Ai Mondiali Militari di Acireale era poi arrivato un bronzo a squadre, ma la delusione più grande sono stati i Mondiali di Lipsia: la Fiamingo, bi-campionessa in carica, è stata infatti eliminata agli ottavi di finale dalla polacca Nelip. Un passo falso che, però, sembra oramai dimenticato.

Il disappunto per i Mondiali è già stato assorbito? Quali sono i tuoi prossimi obiettivi?

«I Mondiali di Lipsia mi serviranno per costruire grandi cose, le sconfitte prima mi abbattono e poi mi caricano! Vorrei iniziare bene l’anno con qualche podio in Coppa del Mondo, poi punterò sempre agli Europei e ai Mondiali del 2018».

Mondiali Militari di Acireale: Pizzo e i fratelli Garozzo hanno manifestato la loro delusione per la scarsa partecipazione di pubblico. Condividi la loro posizione?

«Sì, è stata una sorpresa in negativo che nessuno si aspettava. C’è stata poca partecipazione da parte della città di Acireale e degli appassionati di sport: molto strano. Da poco ho avuto la gara a squadre a Caltagirone ed è stata tutta un’altra musica: era un evento atteso dai calatini, molti non conoscevano la scherma e si sono appassionati vedendola. L’organizzazione aveva invitato le scuole e io ho pensato che all’una il palazzetto si sarebbe svuotato: non è stato così, i ragazzi si sono appassionati e sono rimasti fino alla fine delle premiazioni».

Che soluzioni avrebbero potuto essere adottate, a tuo avviso, per contrastare il calo di pubblico nei palazzetti in occasione delle gare?

«Bisognava sicuramente coinvolgere le scuole come ha fatto il comune di Caltagirone: sarebbe stato opportuno, poi, chiudere le tante palestre di scherma di Catania e dintorni e portare i ragazzi a vedere l’evento. Ammirare da vicino i migliori schermidori al mondo ti dà stimoli e ti insegna tanto: una seduta di allenamento in meno non cambia la vita, vedere la scherma ad alti livelli invece ti carica, dandoti quel qualcosa in più che nessuna sessione in palestra può darti».

Sei un’atleta studentessa (Fiamingo studia Dietistica, ndr): come riesci a conciliare l’impegno con lo studio?

«È molto difficile trovare il tempo sufficiente per studiare, ma sto cercando di non mollare: ormai manca veramente poco alla fine».

L’ultima domanda riguarda invece la Sicilia. Hai deciso di rimanere ad allenarti nella tua terra (a Sant’Agata Li Battiati, con l’Associazione Sportiva Methodos): quali sono le maggiori criticità da affrontare per fare sport ad alto livello nell’Isola?

«A livello generale il principale problema è rappresentato dalla carenza delle strutture e dall’organizzazione dei club: questo non dà a tutti la possibilità di fare lo sport che si ama ad alti livelli. Con la scherma, però, non ci possiamo lamentare: qui abbiamo tantissime palestre».


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