Pagata in nero 2,77 euro l’ora in negozio cinese I quattro responsabili indagati per sfruttamento

Meno di tre euro l’ora. Per la precisione, 2,77 euro. In nero. È quanto veniva pagata una lavoratrice all’interno di un centro commerciale cinese nella zona di piazza Lanza. Un negozio molto grande, di circa 1200 metri quadrati, finito sotto la lente d’ingrandimento degli agenti del commissariato di polizia Borgo-Ognina. Secondo quanto riportato dai poliziotti, al loro arrivo all’interno dell’esercizio commerciale hanno trovato una giovane donna – minorenne – che avrebbe avuto il compito, assegnatole dai genitori, di gestire l’attività. I titolari, padre e madre della ragazza, sarebbero temporaneamente in Cina. Durante il controllo, la minorenne è stata identificata come datrice di lavoro, anche se successivamente si è presentato un suo zio come responsabile, «ma senza titolo formale».

Quando gli agenti sono arrivati, una lavoratrice di nazionalità cinese è scappata da una porta secondaria. È stata identificata in seguito ed è stata denunciata per resistenza a pubblico ufficiale e non aveva un contratto di lavoro. Senza contratto era anche la seconda dipendente, italiana, che ha raccontato di lavorare in negozio da sei mesi e di percepire la cifra irrisoria detta sopra. Durante il sopralluogo sono stati accertati anche diversi reati in materia di sicurezza e salubrità nei luoghi di lavoro. Uno su tutti: nel deposito sotterraneo c’era una cucina.

In totale sono stati sequestrati 2140 prodotti privi della certificazione europea. Tra questi anche materiale elettrico, giocattoli destinati ai bambini e prodotti per cani. Inoltre la cartellonistica pubblicitaria e le insegne luminose sarebbero state installate senza autorizzazioni. In totale sono state fatte multe per 29.272 euro. I quattro cittadini cinesi risultati coinvolti (i due genitori, lo zio e la minorenne) sono indagati a piede libero, tra le altre cose, anche per sfruttamento del lavoro approfittando dello stato di necessità dell’impiegato.


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