Via Etnea, graffiti blasfemi sui palazzi del centro «Fatti nelle ultime due notti, nessuno ha visto»

«Sembra un vescovo…». Riccardo Ragusa la mattina di lunedì è uscito di casa e ha trovato un disegno con la bomboletta spray sul portone. Vernice bianca sulla cancellata nera di Palazzotto Biscari alla Collegiata, al civico 29 di via Etnea. Più centro storico di così non si può. «Il graffito è stato fatto nella notte tra domenica e lunedì – racconta Ragusa a MeridioNews – Stamattina appena ho aperto il portone ho notato che lo stesso disegno era spuntato anche sulla saracinesca della gioielleria Puleo». Così ha fatto una passeggiata e ha trovato la stessa immagine sulla pietra lavica di Palazzo San Demetrio, ai Quattro canti, e sull’ingresso del negozio di preziosi Roberto Distefano e figlio. La firma è sempre la stessa: sembra leggercisi la parola Zonk, probabilmente tag di un o una writer catanese.

L’immagine è di per sé piuttosto eloquente: un personaggio che indossa i paramenti liturgici (la mitra di papa, vescovi e cardinali e un crocifisso) è proteso in avanti. Dietro di lui, un altro personaggio, apparentemente in abito talare. «Non credo ci sia molto da commentare o descrivere – prosegue Riccardo Ragusa – Non so dire se ho visto quella firma altrove, ma certamente questo graffito non era mai apparso. Insomma, si fa notare, è difficile non vederlo». Così come è difficile che l’ignoto autore non sia stato ripreso dalle numerose telecamere di videosorveglianza presenti nella zona. Vista anche la presenza di parecchie sedi istituzionali nel giro di pochi metri, tra le quali anche questura e prefettura.

«Stiamo valutando se sporgere denuncia – continua il residente – Certamente bisognerà inviare una segnalazione alla soprintendenza ai Beni culturali. Palazzotto Biscari alla Collegiata è, com’è ovvio, vincolato. Quando dovremo ridipingere il portone, dovremo passare attraverso l’approvazione delle istituzioni». E lo stesso dovrà fare chi vive a Palazzo San Demetrio, costretto a ripulire il lastrone lavico che dà su via Etnea. «Tutto a spese nostre», sottolinea Ragusa. «La cosa veramente assurda è che chi ha fatto il graffito ci ha perso anche tempo: i bordi sono ripassati più volte, è incredibile che non sia stato visto e che nessuno sia intervenuto». Considerando che si tratta di una zona di grandi flussi pedonali anche a tarda notte.


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