Aci Catena Calcio, tifosi acquisiscono logo squadra Il presidente Ponticello: «Ho la coscienza a posto»

«Vogliamo comunicare agli sportivi e ai tifosi che tutti gli esponenti del tifo organizzato catenoto hanno provveduto a registrare a proprio nome, presso gli uffici registri d’imprese della Sicilia orientale, il logo e la denominazione storica dell’Acicatena Calcio 1973»: questo è l’inizio del comunicato con cui i tifosi della squadra etnea, al momento terza nel girone E del campionato di I categoria, hanno ufficializzato l’acquisizione del nome della società calcistica. «Un atto d’amore verso squadra e città», come conferma a MeridioNews Sebastiano Zagami, portavoce del gruppo di tifosi che si è reso protagonista dell’iniziativa. «È tutto il sistema della società che non funziona – precisa ancora Zagami – Il presidente Salvatore Ponticello da tre anni possiede questa società, dicendo di voler vincere il campionato e ottenendo risultato deludenti». 

«Siamo turbati anche dalla situazione finanziaria: in questi giorni – precisa Zagami – faremo partire una lettera al sindaco, perché la società non ha pagato il campo dopo alcuni lavori effettuati. I vigili urbani, martedì scorso, hanno impedito alla squadra l’accesso all’impianto per l’allenamento, è un danno d’immagine rilevante». Per ciò che riguarda le strategie future, la tifoseria ha le idee chiare: «Manderemo una lettera alla Lega in cui specifichiamo che il nome e il logo sono di nostra proprietà – chiarisce Zagami – e che non vogliamo avere a che fare con Ponticello. Se lui vorrà vendere la sua matricola federale a qualche acquirente, noi saremo pronti a concedere annualmente l’utilizzo del nome e del logo della società. Ciò che conta – ribadisce il portavoce dei tifosi – è che la nuova proprietà sia trasparente e instauri un rapporto di verità e fiducia: a noi non piace vivere di menzogne».

La versione dei fatti dell’attuale presidente della società è, invece, diametralmente opposta a quella dei tifosi. «Nei confronti dell’Aci Catena calcistica – precisa Salvatore Ponticellosono a posto con la coscienza. Sono qui da tre anni, faccio calcio coi miei soldi senza l’aiuto di nessuno, ritengo che la mia gestione sia ben più seria delle ultime. Per me – ribadisce Ponticello – parlano i risultati: sesto posto, poi una finale playoff persa, quindi una terza piazza nel campionato in corso». Il presidente parla di una vera e propria contestazione manovrata nei propri confronti: «La tifoseria mi ha chiesto di fare un passo indietro, rispettando fino a fine anno gli impegni presi fuori dal campo. Si è presentato un acquirente – precisa il presidente – che mi ha proposto una somma di cinquemila euro, a patto però di continuare ad affrontare di mia tasca le spese fino a fine anno. Questa è una richiesta irricevibile: completerò la stagione, ma a fine anno andrò via. Dopo aver espresso la mia volontà – puntualizza Ponticello – la decisione dei tifosi di andare ad acquisire il logo è una ulteriore mancanza di rispetto».

Sulla vicenda del divieto d’accesso al campo, poi, il massimo dirigente dice la sua: «A inizio stagione noi e l’Aci San Filippo abbiamo fatto dei lavori allo stadio riguardanti il ripristino di parte dell’impianto di illuminazione. Prima di iniziarli – ricorda Ponticello – il Comune specifica che i soldi spesi sarebbero stati scomputati dalla cifra che noi dobbiamo loro per il pagamento del campo. Tutto è stato protocollato, mancava però lo statuto della società registrata, che non mi era mai stato richiesto prima. In tutta risposta vengono inviati i vigili urbani che, però, non hanno bloccato l’accesso al campo: non ci siamo allenati – tiene a specificare il massimo dirigente – solo perché si era fatto troppo tardi, tant’è che il sabato successivo abbiamo disputato regolarmente la nostra partita». La conclusione di Ponticello è amara: «Il calcio per me è sempre stata una passione, per la prima volta nella mia vita spero che il campionato finisca il prima possibile». 


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